Lunedì 29 aprile al don Bosco l'Europa vista da vicino. Dialogo con Gianni Borsa, corrispondente a Bruxelles per il Sir

Lunedì 29 aprile. Dialogo tra Gianni Borsa, corrispondente dal Bruxelles dell'agenzia Sir, e il direttore della Difesa del popolo Guglielmo Frezza. Appuntamento alle 21 all'istituto Don Bosco. Obiettivo? un voto consapevole per il 26 maggio

Lunedì 29 aprile al don Bosco l'Europa vista da vicino. Dialogo con Gianni Borsa, corrispondente a Bruxelles per il Sir

È un'importante occasione per parlare di Unione Europea quella che si terrà alle 20.45 di lunedì 29 aprile all'Istituto don Bosco di Padova. Il corrispondente da Bruxelles dell'Agenzia Sir, Gianni Borsa, parteciperà a un dibattito dal titolo "L'Europa in primo piano", moderato dal direttore della Difesa del popolo, Guglielmo Frezza.

«La serata con Gianni Borsa — spiega suor Francesca Fiorese,  direttrice dell’Ufficio di pastorale sociale e fra gli organizzatori dell'incontro — è un'opportunità per vedere l'Europa con gli occhi di chi guarda da vicino lo svolgersi di conflitti e la composizione di unità, ne tocca gli effetti sulle situazioni particolari e sulla globalità, assapora il realizzarsi di ideali e percepisce le amarezze di idealità che negano la realtà e, all'interno del processo di unione avviato dalla nostra storia, vede in atto quelle che oggi sono le chiusure in spazi predefiniti e le possibili aperture al futuro».

La serata arriva a conclusione di un ciclo d'incontri che ha attraversato la diocesi, avvicinando agli elettori i grandi temi legati all'Europa e che saranno oggetto della prossima campagna elettorale. Appuntamenti utili per formare a un voto consapevole più che a orientare una scelta, promossi fra gli altri da Azione cattolica, Noi, Agesci, Csi, Acli, religiosi e dall'ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Padova.

L'Europa come casa comune è al tempo stesso una realtà e un'ambizione negli scritti di Gianni Borsa, come il suo ultimo libro — Europa. Parole per capire ascoltare capirsi — nel quale scrive: «C’è, al fondo, la costruzione di un “noi” che metta all'angolo l’individualismo e gli egoismi imperanti, il grande male che distrugge qualunque comunità umana: dalla famiglia alla città, fino alla nazione e all’ordine internazionale. Chi si chiude in sé, nella sua casa, resta solo, triste e sterile; e, solo, finisce di vivere».

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