Mese del Seminario. Cuore del cuore della nostra Chiesa

Domenica 23, in tutte le parrocchie della Diocesi si celebrerà la Giornata del Seminario, per pregare e sostenere economicamente le comunità che accolgono adolescenti e giovani in discernimento vocazionale – il Seminario maggiore, il Seminario minore e Casa Sant’Andrea – e per riflettere sulla pastorale vocazionale.

Mese del Seminario. Cuore del cuore della nostra Chiesa

Domenica 23 settembre, in tutte le parrocchie della Diocesi si celebrerà la Giornata del seminario, per pregare e sostenere economicamente il “cuore del cuore” (cor cordis) della Diocesi, secondo la definizione di san Gregorio Barbarigo. Com’è tradizione, ogni domenica di questo mese sul nostro settimanale saranno raccontate le comunità che accolgono adolescenti e giovani in discernimento vocazionale – il Seminario maggiore, il Seminario minore e Casa Sant’Andrea – e per riflettere sulla pastorale vocazionale.

«La vocazione – spiega don Mattia Francescon, assistente del quinto e sesto anno del maggiore – si potrebbe dire che è una Parola di Dio rivolta in maniera personale a un giovane, e quella Parola fa nascere in lui il fascino di seguire Gesù e di portare avanti la sua missione. I formatori che la Chiesa diocesana pone in seminario, hanno il compito delicato di riconoscere questa vocazione nel giovane che bussa al seminario, e di farla fiorire fornendo quegli strumenti che un giorno serviranno ad alimentare e a tenere vivace tale vocazione».

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La comunità del seminario maggiore, con l’ingresso di tre seminaristi in primo anno, sarà formata da 24 seminaristi, di cui 21 residenti e 3 in stage pastorale. Il prossimo ottobre saranno ordinati diaconi Giovanni Casalin, 26 anni, di Grumolo Pedemonte; Pierclaudio Rozzarin, 32 anni, di Cristo Re in Padova; Marco Piva, 34 anni, di Bojon.

La vita quotidiana in seminario maggiore è lineare. I seminaristi iniziano ogni giornata con la preghiera comunitaria delle lodi e la meditazione personale della Parola. Al mattino seguono le lezioni di filosofia e teologia alla Facoltà teologica del Triveneto e nel pomeriggio dedicano un tempo adeguato allo studio; non mancano anche momenti di svago e di sport. Nel corso della settimana gli educatori curano i cammini personali e di gruppo sulla figura e la spiritualità del prete diocesano. Centro della giornata è la celebrazione eucaristica prima della cena. «La vita comunitaria – specifica don Francescon – è una grande palestra di pastorale: relazioni strette da vivere nella condivisione, nella corresponsabilità, nella promozione e correzione fraterna».

Responsabile della comunità del seminario maggiore è il rettore, don Giampaolo Dianin, che a nome del vescovo fa il discernimento sulla vocazione del seminarista. È affiancato da due assistenti, don Fabio Moscato (che sostituisce don Stefano Ferraretto, missionario in Etiopia) e lo stesso don Mattia Francescon, che vivono con i seminaristi e “assistono” il rettore nel suo compito. Fondamentale è il ruolo del direttore spirituale (don Nicola Tonello, aiutato da don Giovanni Molon), che cura la proposta spirituale del seminario e accompagna il cammino interiore personale, di coscienza, del seminarista alla ricerca della volontà di Dio.

Nei sei anni di formazione i seminaristi sono coinvolti in diverse esperienze pastorali tra cui il servizio in parrocchia come educatore e catechista, la scuola di preghiera diocesana, le esperienze estive di servizio all’Opera della Provvidenza Sant’Antonio e alle Cucine popolari della Caritas di Roma, le tre settimane all’estero in una delle missioni della Chiesa di Padova. «L’obiettivo – conclude don Francescon – è unico: formare un cuore di pastore, appassionato del Vangelo e di quel gregge che, se Dio vorrà, un giorno gli sarà affidato».

Strettamente collegata con quella del maggiore è l’opera formativa del seminario minore. Lo scopo di questa comunità vocazionale è la cura dei semi di vocazione presenti nei cuori dei ragazzi e un iniziale discernimento.

Sono 19 gli adolescenti, dai quattordici ai diciott’anni, che quest’anno vivranno l’esperienza del seminario minore a Rubano: «La proposta educativa del minore – spiega don Alessio Rossetto, il nuovo prorettore – si compone di molteplici ingredienti: la formazione scolastica, il dialogo educativo in rete con i genitori, i momenti di preghiera che scandiscono i tempi della giornata, l’impegno nei servizi quotidiani e nel gioco. L’aspetto principale, però, è la vita comunitaria, che permette un vero e proprio esercizio di fraternità».

Dal momento che don Giampaolo Dianin, rettore unico del seminario, non può rimanere stabilmente a Rubano, è stato nominato prorettore don Alessio Rossetto, che avrà il compito di coordinare la vita comunitaria. Dopo essere stato assistente della comunità delle medie, dal momento che queste non sono più presenti, guiderà il gruppo delle superiori, subentrando a don Marco Cappellari, impegnato nella pastorale del carcere e nuovo assistente spirituale dell’Unitalsi Padova. L’equipe educativa è completata dal padre spirituale, don Antonio Oriente, che collaborerà con don Alberto Sonda, già vicario parrocchiale nell’unità pastorale di Due Carrare, nuovo animatore vocazionale per il seminario minore (per gli adolescenti) al posto don Mattia Bozzolan, vicario parrocchiale nell’up di Vigonza.

Insieme agli educatori del seminario minore, gli altri protagonisti della formazione sono la famiglia e la comunità parrocchiale, ambienti dove i ragazzi hanno ricevuto la chiamata alla vita e alla fede.

«Con le famiglie dei seminaristi – sottolinea don Rossetto – serve una particolare ed efficace alleanza educativa. Almeno un paio di volte alla settimana i genitori hanno la possibilità di incontrare gli educatori e di confrontarsi sul cammino educativo dei ragazzi. Anche la figura del parroco e la frequentazione della parrocchia hanno una rilevanza notevole sulla formazione del seminarista. Di domenica e nei tempi di vacanza la cura del ragazzo viene in qualche modo “restituita” alla comunità di origine. Le esperienze estive parrocchiali, come grest e campiscuola, sono momenti preziosi per valutare l’autonomia, la capacità relazionale e la cura vocazionale che il seminarista ha maturato».

Il seminario minore per la nostra Diocesi è un prezioso punto di riferimento per la pastorale vocazionale della preadolescenza e dell’adolescenza. Infatti «le attività di accoglienza e formazione proposte dal seminario hanno lo scopo di promuovere una cultura vocazionale nei ragazzi e nelle famiglie, incontrare e accompagnare i ragazzi più sensibili e attenti alla ricerca della vocazione» (dal Progetto educativo del seminario minore di Padova, 2006).

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