Mestrino: "Andiamo al cuore dei sacramenti". Come si sta muovendo la parrocchia in questo tempo

Mestrino. Invece di annullare tutto, causa pandemia, la parrocchia ha deciso di “investire” sulla celebrazione di cresima e comunione

Mestrino: "Andiamo al cuore dei sacramenti". Come si sta muovendo la parrocchia in questo tempo

Sarebbe stato più semplice annullare tutto per la seconda volta e riparlarne quando la situazione sarà più tranquilla. Invece la parrocchia di Mestrino ha visto nella celebrazione dei sacramenti della cresima e della comunione un’occasione da non perdere: quella di invitare 77 ragazzi e le loro famiglie a cogliere l’essenziale del sacramento, staccandolo dalla “cornice” di festeggiamenti, ristoranti, ritrovi tra parenti. «Una cornice anche bella – ammette il parroco don Sergio Turato – ma senza la quale i ragazzi e i loro genitori hanno potuto concentrarsi sul valore del sacramento in sé. Abbiamo inviato una lettera alle famiglie, con un testo scritto da don Federico Talone e condiviso da me, invitandole a riflettere su questo valore: cominciate a pensare al sacramento partendo dai vostri ragazzi e dal desiderio che hanno di riceverlo. E per la maggior parte la comprensione è stata immediata, soprattutto da parte dei bambini. Loro sono più avanti».

Sono stati così creati quattro gruppi, di 18 cresimandi circa ciascuno, e la celebrazione è stata organizzata in quattro pomeriggi diversi, per garantire il distanziamento: sabato 14, domenica 15, sabato 21 e domenica 22 novembre. Qualcuno – una esigua minoranza – non ha accettato, o per l’impossibilità di arrivare da altre regioni da parte della madrina o del padrino, o perché uno dei genitori è risultato positivo, o perché hanno preferito aspettare.
«Ma da quando abbiamo deciso di celebrare i sacramenti – ricorda il parroco – è iniziato tutto un cammino di riflessione che ha portato tantissime famiglie a coglierne l’essenziale. E prendendo spunto dalla proposta del vescovo Claurio di creare “l’angolo bello” in ogni casa, che può essere anche un luogo di preghiera, abbiamo maturato una convinzione: le famiglie devono diventare più protagoniste del cammino di fede dei loro figli, assumendosi l’impegno di aiutarli a camminare nella fede. E questo è di stimolo anche per loro».

Le famiglie hanno raccontato la loro fede

Il percorso è cominciato con un’iniziativa bella e particolare: è stato chiesto alle famiglie di elaborare una domanda a partire da alcuni spunti forniti dalla parrocchia. Poi, durante un incontro, hanno raccontato come sentono la fede, come l’hanno vissuta durante il lockdown, come hanno vissuto il cammino di preparazione di questi cinque anni e perché chiedono i sacramenti per i loro figli. «Le famiglie hanno raccontato se stesse, anche a volte la fatica di credere e il desiderio di farlo – spiega don Sergio Turato – Ci sono stati racconti molto bello, con qualche passaggio dei ragazzi stessi. È stata un’idea per coinvolgere le famiglie, che spesso durante gli incontri mantengono un atteggiamento passivo. Così invece si sono messe in gioco, si sono fermate e hanno riflettuto sul loro cammino, umano e di fede».

Avvento. Cura dell'angolo bello e attenzione di tutti alle persone più fragili
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Accogliendo la proposta del vescovo Claudio, di predisporre in ogni casa “l’angolo bello”, la parrocchia di Mestrino ha invitato i ragazzi ad arricchire questo angolo con la corona dell’Avvento, con le quattro candele, una per ogni domenica. Ogni settimana, le famiglie riceveranno a casa, attraverso i catechisti, un foglietto con una breve e semplice riflessione, una preghiera, un piccolo impegno. Per fare della famiglia una vera chiesa domestica. Ogni domenica di Avvento viene inoltre invitata una classe delle elementari, dalla seconda alla quinta, a partecipare alla messa delle 11.30, che è un po’ meno frequentata, per dare la possibilità alle famiglie di ritrovarsi, in sicurezza.

La parrocchia ha accolto inoltre la proposta diocesana per l'anno pastorale 2020-21: “La carità al tempo della fragilità”. Il consiglio pastorale (nella foto) ha creato una commissione ad hoc con un rappresentante della Caritas, uno del consiglio per la gestione economica e altre figure che possono promuovere proposte concrete. Saranno organizzati degli incontri da remoto per valutare come coinvolgere la comunità in questo progetto. L’obiettivo è quello di aiutare la comunità ad accorgersi delle persone più fragili che vivono all’interno della comunità stessa.

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