Nasce l'Albo dei fedeli servitori. A servizio del Vangelo nella comunità cristiana

Albo dei fedeli servitori. Il vescovo consegna – questo sabato a Santa Giustina – un «segno di riconoscimento e gratitudine» a un gruppo di laici che si è speso con dedizione nella Chiesa, mettendo a frutto il battesimo

Nasce l'Albo dei fedeli servitori. A servizio del Vangelo nella comunità cristiana

«Nelle nostre parrocchie ci sono numerosi cristiani laici che, in forza del battesimo, hanno dedicato tempo, energie, risorse... A volte sono stati di esempio anche per noi preti: di dedizione e di attaccamento nei confronti della Chiesa. L’hanno servita al suo interno, ma anche all’esterno. Non potremmo – mi rivolgo ai parroci – dire un grazie ecclesiale a queste persone? Vi invito a individuarle e segnalarle...».

Con queste parole – pronunciate il 18 giugno scorso, Festa di san Gregorio Barbarigo – il vescovo Claudio ha annunciato la costituzione dell’“Albo dei fedeli servitori” «i cui membri – si legge nel decreto che viene promulgato il 7 novembre, festa di san Prosdocimo, protovescovo e patrono principale della Diocesi – si sono distinti per la dedizione e il servizio alla Diocesi di Padova o alle sue parrocchie. La Chiesa ritiene che, anche se il servizio svolto dai suoi figli e dalle sue figlie è chiamato alla stessa gratuità con la quale Cristo l’ha amata e redenta, sia legittimo e quasi doveroso esprimere verso tali persone il segno di una gratitudine visibile e sincera, evidenziandone il “senso di esemplarità”».

Durante l’estate sono giunte – dai parroci, dai vice presidenti dei consigli pastorali parrocchiali, ma anche dagli uffici diocesani – numerose segnalazioni. Sabato 7 novembre, alle 18.30 nella basilica di Santa Giustina, il vescovo Claudio consegna a 28 laici della Diocesi di Padova un «segno di riconoscimento e gratitudine». Non sono i primi, perché già a luglio scorso, c’è stato un “ingresso” nell’“Albo”: quello di Sante Poggese, che per cinquant’anni si è speso – e ancora lo fa con abnegazione ed entusiasmo – per Villa Immacolata.

Ma... qual è il senso profondo dell’appartenenza all“Albo dei fedeli servitori”? «Già il nome dice molto – spiegano don Ruggero Toldo e don Mattia Francescon, incaricati dal vescovo Claudio di occuparsene – “Fedeli” significa anzitutto laici cristiani che, in forza del sacerdozio comune ricevuto nel battesimo si fanno carico, in mezzo al popolo di Dio, di qualche particolare espressione della vita della comunità ecclesiale. “Fedeli” richiama la fede ma anche la costanza, il tempo prolungato. Il termine “servitori” esprime la diakonìa, il ministero ecclesiale vero e proprio, ma comunica anche l’idea del servizio umile, generoso, senza protagonismi... Un servizio che genera relazioni ecclesiali belle. E poi c’è “albo”: non è un registro, né una graduatoria, né una classifica, né una semplice lista. Il “ricordo nell’albo” dei “fedeli servitori nella comunità cristiana” è una forma di gratitudine per il servizio svolto nelle comunità. Servendo le parrocchie i “fedeli servitori” hanno servito la Chiesa, hanno servito Cristo: ecco perché il vescovo stesso dà loro un segno di riconoscenza. La Chiesa diocesana è loro grata. L’intenzione è quella di valorizzare quelle ministerialità laicali che nascono dal battesimo: è la fonte e per questo si è scelto di presentare questi “fedeli servitori” il giorno di san Prosdocimo, il battezzatore di Padova in quanto primo vescovo».

I membri dell’“Albo” – che è dedicato al vescovo Prosdocimo, ma anche alla prima martire padovana, santa Giustina – sono invitati «ad aggregarsi alla preghiera oraria della Chiesa (la Liturgia delle ore) e, quando possibile, si assumerne l’impegno a celebrarla privatamente (nelle case o nella propria chiesa parrocchiale) o ecclesialmente. Potranno associarsi alla preghiera della Chiesa anche attraverso la recita del Rosario».

Riconoscimento a 28 laiche e laici della Diocesi

Sono 28 i “fedeli servitori” – tra cui alcune coppie di sposi – a cui il 7 novembre il vescovo Claudio consegna un «segno di gratitudine» da parte della Chiesa di Padova. La maggior parte sono stati segnalati dalle parrocchie, ma ci sono anche alcuni nomi “diocesani”. Il più giovane “servitore” ha 49 anni, il più anziano 97. Si sono spesi in ogni ambito pastorale: carità, missioni, annuncio Azione cattolica...

Sante Poggese: 50 anni a servizio di Villa Immacolata
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«Vescovo Claudio, sono grato e nello stesso tempo stordito per il riconoscimento ecclesiale che ha voluto donarmi a nome della Chiesa di Padova. Lo dedico a tutte le persone che amano Villa Immacolata». Queste le parole di Sante Poggese, a cui il vescovo – l’estate scorsa – ha consegnato un riconoscimento per i 50 anni di servizio alla casa di spiritualità.

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