Nascere nel segno di Gesù

Si chiamano Valentina e Andrea, sono due giovani sposi di Peraga. Per loro il 2019 inizia in modo speciale, in attesa della primogenita Diletta. Dopo la nascita, una coppia di catechisti della parrocchia incontrerà i neo genitori per vivere un momento di riflessione sul tema del battesimo. 

Nascere nel segno di Gesù

Per Valentina Levorato e Andrea Maggiolo, l’inizio di questo 2019 è diverso da tutti quelli degli anni passati. Questa volta hanno negli occhi, e nel cuore, una gioia immensa mista a un sentimento di attesa. Attesa del loro primo figlio, che arriverà a febbraio. L’emozione è forte, e Valentina racconta la gioia, ma anche i timori di una gravidanza a lungo desiderata. «È stata una gioia bellissima quando l’abbiamo scoperto: diventeremo genitori di una bambina che aspettavamo da tempo. Il suo nome rispecchierà questa attesa. La chiameremo Diletta che significa amata, prescelta».

Sposati da tre anni dopo otto di fidanzamento, Andrea e Valentina vivono a Vigonza; trentun anni lei, impiegata, trentatré lui, vigile del fuoco. Entrambi frequentano, praticamente da sempre, la parrocchia di Peraga; Valentina è catechista e membro del consiglio pastorale, mentre Andrea è impegnato nel consiglio degli affari economici.

«Siamo felici ma anche impauriti – raccontano i due giovani sposi – vediamo la pancia che cresce e speriamo sempre che i movimenti che si sentono dentro siano regolari e veritieri. C’è un po' d’ansia e di apprensione, soprattutto finché non andiamo alle visite e ci dicono che va tutto bene. Fortunatamente non ci sono problemi, siamo felici anche se sappiamo che l’arrivo di nostra figlia ci stravolgerà un po' la vita… e anche la casa! Abbiamo già iniziato a creare i suoi spazi e a immaginarci il nostro nido insieme a lei».

Valentina, che ormai ha un bellissimo pancione tondo, ha trascorso i mesi di gravidanza continuando a lavorare e scoprendo, giorno dopo giorno, il suo corpo e i suoi pensieri trasformarsi. «La cosa bella è stata vivere parte della gravidanza insieme a un’amica che a novembre ha dato alla luce due gemelline; lei era già mamma di un’altra bimba così mi ha dato consigli preziosi». Alla domanda se hanno intenzione di avere altri figli, Valentina sorride: «Veramente con mio marito stiamo già pensando alle cose che non potremo più fare, o meglio, che dovremo rimandare fra qualche anno come per esempio i viaggi». Poi, annuisce: «Ma non vorremmo fermarci a uno... speriamo ci sia la possibilità di allargare la famiglia».

«Mi sono divertito in questi mesi – aggiunge Andrea – a prepararle la cameretta con accessori creati con le mie mani, mi piace l’idea che il suo spazio trasmetta serenità e amore. Per mia figlia mi auguro il meglio, come penso faccia ogni genitore e che anche lei, come me, riesca a realizzare i propri sogni».

Diletta sarà battezzata nella parrocchia di Peraga. «Ci fa piacere che cresca nella comunità dove siamo cresciuti noi e ci piace come il battesimo è preparato qui. La decisione è stata naturale». Prima del battesimo, Valentina e Andrea incontreranno un’altra coppia di Peraga, Cristiana Piva e Luca Leandrin, che sono impegnati in parrocchia ad accompagnare nella fede i neo genitori con alcuni incontri in cui propongono spunti di riflessione sul sacramento del battesimo. «Quando abbiamo battezzato la nostra terza figlia – raccontano Luca e Cristiana – qui non esisteva un’equipe battesimale, le famiglie venivano inviate a Vigonza. Così abbiamo deciso di metterci in gioco e da sei anni svolgiamo questo servizio».

«Nella nostra parrocchia – commenta la futura mamma – una domenica al mese è dedicata ai battesimi. È bello avere questa coppia come riferimento, così come altre giovani coppie presenti in parrocchia che ci danno sostegno. Ci piacerebbe battezzare Diletta lo stesso giorno in cui i nostri amici battezzeranno le loro bimbe, sarebbe un altro bel passo importante da vivere insieme».

Cristiana e Luca, quarantenni, si sono trasferiti nel paese una decina d’anni fa e sono genitori di tre bambini. «Su segnalazione del parroco, ci occupiamo di contattare le famiglie e fissare un appuntamento nelle sale del patronato. Oltre ai genitori, partecipano i padrini e le madrine. I nostri incontri sono volutamente semplici, lo stile non è dottrinale, molte volte non chiediamo neanche ai genitori se sono credenti. Abbiamo scelto un approccio aperto, il nostro intento è fornire spunti, creare un contatto. Per il resto non ci permettiamo di esprimere giudizi di nessun tipo. Tra l’altro, negli ultimi due anni, gran parte delle coppie che sono venute a battezzare i loro figli non erano nemmeno sposate».

Al momento dell’incontro, Cristiana e Luca rompono il ghiaccio con le presentazioni e qualche chiacchiera tra genitori. Poi, propongono tre spunti di riflessione. Il primo ha a che fare con il disegno di una casa stilizzata, composta di tanti mattoni. I due catechisti chiedono a genitori, padrini e madrine di pensare e scrivere quali sono per loro i mattoni fondamentali per costruire la casa, all'interno della quale far crescere i propri figli. Prendendo spunto dalle riflessioni delle famiglie, viene costruito un confronto, ragionando anche sulla seconda traccia proposta, relativa alla lettura del brano del vangelo di Marco (10, 13-16) «Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso. E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro».

Le riflessioni, messe nero su bianco, rimangono alle famiglie con il suggerimento di custodirle nella scatola dei ricordi del figlio per ritrovarle, magari, in un prossimo futuro. «La terza proposta – spiega Cristiana – riguarda la lettura di un testo che una coppia francese negli anni Settanta ha scritto al figlio nel giorno del battesimo. Sono parole molto profonde con cui i genitori spiegano al figlio perché hanno deciso di battezzarlo». Terminato l’incontro, che dura all'incirca un’ora, Cristiana e Luca non hanno ancora finito la loro “missione”: il giorno del battesimo sono infatti presenti in chiesa per partecipare alla gioia dei genitori. «Alle coppie che oggi decidono di non battezzare i loro figli – conclude Cristiana – so dire solo perché è bello sceglierlo: il battesimo segna l’ingresso del bambino nella comunità cristiana ed è il momento in cui la famiglia tutta si apre verso la collettività della fede. Io e mio marito siamo felicissimi di fare la nostra piccola parte, abbiamo ricevuto moltissimo dalla parrocchia di Peraga e sentiamo così di poter restituire a nostra volta qualcosa alle giovani coppie».

Segnati dal fuoco del suo appello

«Abbiamo voluto battezzarti in Cristo… sappi che un giorno potrai anche dimenticare questo dono immortale, ma rimarrai segretamente segnato dal fuoco del suo appello». Un passo del testo che i catechisti presentano ai neo genitori.

A maggio "Il corredino invisibile"

Per coppie che hanno avuto un figlio nell'ultimo anno, l'ufficio diocesano per la pastorale della famiglia proporrà sabato 11 maggio a villa Immacolata a Torreglia il pomeriggio di spiritualità "Il corredino invisibile".

Il corso

Per coppie e catechisti battesimali, l'ufficio diocesano per la pastorale della famiglia, in collaborazione con l'ufficio per l'annuncio e la catechesi, propone il secondo corso formativo per le coppie e i catechisti degli adulti che vogliono rendersi disponibili per l'accompagnamento alla fede dei genitori che chiedono il battesimo per i figli. Il percorso in cinque tappe si svolgerà il 6, 11, 13, 18 e 20 febbraio, dalle 20.45 alle 22.30 nel centro parrocchiale di Camin. Info: www.ufficiofamiglia.diocesipadova.it, 049-8771712 (orari segreteria: 10-13).

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