“Non perdete la passione”. Papa Francesco ha ricevuto in udienza i giovani dell’Istituto Barbarigo

Oltre 1300 persone hanno vissuto, sabato 23 marzo, un’esperienza intensa ed emozionante:  l’udienza particolare concessa da Papa Francesco per i cento anni dell’Istituto vescovile Barbarigo. Momento apice del calendario di appuntamenti del Centenario che si compirà con la celebrazione in Cattedrale a Padova, presieduta dal vescovo Claudio, sabato 11 maggio 2019.

“Non perdete la passione”. Papa Francesco ha ricevuto in udienza i giovani dell’Istituto Barbarigo

In Aula Paolo VI in attesa dell’arrivo del Santo Padre c’è stato un momento di preparazione accompagnato dall’Ensemble d’Arpe Floriana e dalla testimonianza di quattro ex allievi del Barbarigo, che hanno raccontato come l’esperienza educativa e umana vissuta nella scuola diocesana ha segnato la loro vita. “Barbarigo: un’impronta che lascia il segno” era infatti il leit motiv della mattinata.

Hanno ricordato tratti del loro percorso l’onorevole e campione olimpico Marco Marin, il diplomatico e già Ambasciatore per l’Italia nel Regno di Norvegia Giorgio Novello, la fondatrice del brand O’Jour Giorgia Caovilla e don Vito Antonio Di Rienzo, prete della Diocesi di Padova dal 2012.

Durante l’udienza con il Santo Padre, tre studenti del Barbarigo (Sofia Casalini, Aldo Carraro e Giovanni Grigolin) hanno posto a Papa Francesco alcune domande inerenti l’importanza di essere accompagnati nella crescita, la fatica di credere, la capacità di cogliere la propria vocazione nella vita.

«Non perdete la passione – ha detto Francesco agli allievi del Barbarigo, accompagnati dai loro familiari, dai docenti e dal personale della scuola diocesana – i giovani devono essere inquieti, non da divano, e appassionati. È brutto incontrare giovani appassiti. Una vita senza passione è come una pasta in bianco senza sale». «Come sapere quello che Dio sogna per te? – ha aggiunto il Papa – La prima cosa è pregare: non come i pappagalli, ma con il cuore. E osare: giocatevi tutto, non fate scelte ‘da laboratorio'».

Il vescovo Claudio nel suo indirizzo di saluto al papa ha ripercorso alcuni tratti dell’identità del Barbarigo, «scuola cattolica, scuola cattolica diocesana, scuola cattolica diocesana per il territorio». Ha affidato alla preghiera del Papa alcuni auspici: «Spero che sempre più famiglie abbiano a scegliere il Barbarigo per quello che esso è e, abbracciando il suo progetto educativo, collaborino fattivamente con i docenti per il bene dei figli. Spero che gli studenti si sentano felici di far parte del Barbarigo e lo vivano come una grande opportunità, mettendoci passione, grinta e gusto per prepararsi bene alla vita […] Mi piacerebbe che la ‘scuola del vescovo e della diocesi’ potesse essere percepita come scuola aperta a tutti coloro che desiderano essere accompagnati da questa nostra Chiesa in un tratto importante della loro crescita umana, culturale e spirituale, coltivando anche tra le famiglie il valore della solidarietà e della condivisione, perché nessuno abbia a sentirsi escluso».

Tra i partecipanti a questa udienza anche autorità civili (il presidente della Provincia Fabio Bui, gli assessori del Comune di Padova Cristina Piva e Francesca Benciolini), e rappresentanti del mondo della scuola cattolica: dal presidente dell’Ufficio nazionale per l’Educazione e la Scuola Ernesto Diaco, alle presidenti nazionale (Virginia Kaladich) e regionale (Chiara Cavaliere) della FIDAE, Federazione istituti attività educative.

Fonte: Ufficio Stampa Diocesi di Padova
Ufficio Stampa Istituto Barbarigo

Foto: Radames Fiorotto

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Fonte: Comunicato stampa