Parlano i relatori delle commissioni del Sinodo. Desiderio di tracciare insieme nuove strade

Le Commissioni di studio hanno affrontato negli ultimi mesi due fasi importanti del percorso sinodale: la prima si è svolta da ottobre a dicembre 2022, quando si sono riunite per tre volte, affrontando, ciascuna, uno solo dei 14 temi individuati dalla Commissione preparatoria.

Parlano i relatori delle commissioni del Sinodo. Desiderio di tracciare insieme nuove strade

L’obiettivo, esattamente come avvenuto per i Gruppi di discernimento parrocchiale e di ambito, è stato quello di formulare tre proposte concrete. Nella seconda fase invece – ancora in corso – le Commissioni di studio si stanno
occupando di sintetizzare tutto il materiale arrivato dai Gruppi di discernimento e dalle Commissioni stesse. Ogni Commissione di studio è composta da membri della grande Assemblea sinodale, 370 tra presbiteri, religiosi e laici; tali Commissioni sono 28 in tutto (due per ognuno dei 14 temi) e ciascuna è guidata da due relatori. «La commissione di cui sono relatore si sta occupando del tema relativo al “Bisogno di spiritualità” - spiega Anna Marinaro della parrocchia di Cristo Re - Confesso che inizialmente ero preoccupata, non mi sentivo preparata e all’altezza... Dopo aver iniziato, invece, tutto si è dimostrato più semplice, si è formato un gruppo coeso in cui è stato bello confrontarsi: sacerdoti e laici mi hanno messa a mio agio, mi sono sentita accolta. Ora siamo nella fase conclusiva di lettura individuale del materiale, relativo a uno dei temi più scelti. Sento molto la responsabilità di “tradurre” bene i contenuti che ci sono stati affidati, spero di non tralasciare nulla e di non mettere il mio pensiero in prima linea. Mi affido allo Spirito Santo». Il tema relativo alle famiglie contraddistingue invece la Commissione di studio di cui Viviana Ranzato è relatrice. «Avendo fatto parte della Commissione preparatoria ero molto carica e pronta a lavorare speditamente anche in questa seconda fase – racconta – Mi sono resa conto però che era necessario rallentare, condividere il linguaggio, riposizionarmi rispetto a chi nel gruppo non aveva fatto il mio stesso percorso. È stato faticoso, ma l’aspetto positivo è che ora tutti abbiamo voglia di confrontarci e fare comunione tra noi, desiderio di scoperta e anche di tracciare nuove strade. Ci sono arrivate schede piuttosto strutturate in cui emerge quanto sia impellente realizzare che la famiglia di oggi non è più quella di un tempo, delle nostre famiglie di origine. La necessità di formazione è un altro aspetto molto sottolineato, così come l’importanza di utilizzare un linguaggio inclusivo: la Chiesa, si rileva, deve riconoscere il diritto di cittadinanza a tutti e aprirsi a chi è più lontano. Sono fiduciosa che lo saprà fare, del resto è ancora viva perché nei secoli è riuscita a stare al passo con i tempi». “La chiesa e gli ambiti di vita” è il tema che caratterizza la commissione di Tania Ruzzon (parrocchia di Agna). Anche per lei si è reso necessario trovare un modo idoneo di interazione all’interno del gruppo. «Il nostro è un argomento molto ampio che ci ha dato parecchio lavoro – racconta – Abbiamo dovuto capire prima di tutto come comunicare efficacemente visto che qualcuno di noi era già stato in Commissione preparatoria mentre altri no. Ora siamo nella fase in cui inizieremo a lavorare a piccoli gruppi di quattro o cinque persone, dovremo capire bene ed elaborare il materiale affidatoci. Personalmente mi sento investita di responsabilità e, allo stesso tempo, ho molte aspettative; anche nelle comunità respiro una certa attesa, in molti mi chiedono: “Come sta andando?”. Credo che il compito dei membri dell’Assemblea sinodale sia anche quello di farsi portavoce con le comunità del prosieguo del lavoro sinodale, rassicurando che nulla dei contenuti forniti verrà trascurato».

Positiva anche l’esperienza di Maurizio Grigiante, della parrocchia di Gallio, relatore della Commissione di studio che ha affrontato il tema relativo all’identità e ai compiti dei fedeli laici. «L’argomento è senz’altro complesso, però abbiamo cercato di approfondirlo e di presentare proposte concrete. Ho apprezzato molto il lavoro fatto in gruppo e spero che questo tipo di incontri possa proseguire, che l’esperienza del Sinodo sia solo l’inizio di un percorso virtuoso. Il clima tra di noi è buono e ci ha fatto sentire che la Chiesa è anche nostra, non solo dei presbiteri. L’auspicio è che venga data maggiore responsabilità ai laici, venga fatto sentire loro che hanno un ruolo importante accanto ai pastori, ciascuno con il proprio carisma. Certo sarebbe stato necessario un po’ di più tempo per approfondire il tema, ma nel complesso credo che esperienze come questa aiutino a riscoprire il senso profondo della fede». «Questo percorso mi sta dando l’opportunità di conoscere cristiani che vogliono un gran bene alla Chiesa di Padova – considera infine suor Barbara Danesi, elisabettina, relatrice di una commissione di studio che si occupa delle parrocchie e del loro stile evangelico – Sono rimasta favorevolmente sorpresa nell’incontrare tanti professionisti che di fronte alle questioni di fede si rapportano in modo semplice e sincero. Nella nostra commissione abbiamo avuto un po’ di difficoltà nell’incontrarci e il metodo ha mostrato alcune complessità, ma ho apprezzato che ci sia stato chiesto di far emergere anche istanze meno evidenziate; credo che questo possa dare risalto a ciò che lo Spirito Santo chiede, ciò che magari è “nascosto” in qualche piega degli scritti che abbiamo ricevuto. Nel mio gruppo di lavoro, in generale, ho trovato molta disponibilità da parte di tutti e desiderio di contribuire affinché la nostra Chiesa possa cambiare e crescere».

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