Progetto Miriam. Ogni giorno accanto alle vittime di tratta

Da oltre vent’anni va avanti nel silenzio e nel nascondimento, tanto che l’indirizzo della sua sede non viene rivelato per motivi di sicurezza. Il “Progetto Miriam” – portato avanti dalle suore Francescane dei Poveri, rispondendo a un appello dell’allora vescovo di Padova Antonio Mattiazzo – rappresenta l’impegno della Chiesa di Padova a favore delle vittime della tratta.

Progetto Miriam. Ogni giorno accanto alle vittime di tratta

«La tratta – spiegano le religiose – comprende tante forme di sfruttamento, che rende schiave soprattutto le persone più vulnerabili. Lo sfruttamento sessuale è più conosciuto, ma c’è quello lavorativo, l’accattonaggio, la vendita di organi, i matrimoni forzati, le economie illegali... Dietro a tutto questo ci sono delle vere e proprie tratte di essere umani ed è importante far comprendere che ciascuno di noi può fare la propria parte, affinché si ponga fine a questo delitto contro l’umanità, come l’ha definita più volte papa Francesco».

«Nel "Progetto Miriam" – continua Sara Ferrari di Caritas Padova – le suore Francescane dei Poveri, oltre a convivere con le ragazze, dar loro strumenti per inserirsi in società e trovare un lavoro, si impegnano anche nella sensibilizzazione delle comunità perché le vittime di tratta vengano percepite per ciò che sono, ovvero persone che sono state imbrogliate, sfruttate, prostituite e picchiate e che adesso hanno solo bisogno di normalità».

Per questo, tanti sono stati gli incontri con giovani e studenti, anche su Zoom durante il lockdown. «La domanda di tutti è sempre: perché di queste cose non si parla? E che cosa possiamo fare?». Tappa importante di sensibilizzazione è ogni 8 febbraio, giornata mondiale di preghiera contro la tratta e festa di santa Bakhita. «Ogni giorno siamo grate a Dio per il servizio che facciamo – concludono le religiose – accanto a queste donne, rinnovando la chiamata a riconoscere il Signore nei poveri e nei sofferenti, come ancora oggi ci invita a fare la nostra fondatrice Francesca Schervier».

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