Roberta, dalla richiesta di aiuto all'intercessione per altri in difficoltà

Una piccola storia anonima, di quelle che non fanno notizia, ma che ben raccontano l’indole e il buon cuore della nostra gente parlando di “carità relazionale”, di aiuto reciproco, di buon vicinato anche quando il mondo sembra crollare di fronte a una pandemia.

Roberta, dalla richiesta di aiuto all'intercessione per altri in difficoltà

Protagonista è Roberta, moglie di Giovanni, grande amico del coordinatore di un centro d’ascolto vicariale Caritas. Dopo la morte di Giovanni, qualche anno fa, i contatti tra Roberta e il coordinatore si sono fatti più radi, fino a che, un lunedì mattina di qualche mese fa, una telefonata ha raggiunto a sorpresa il volontario.

«Roberta era sempre riuscita, anche se con molte difficoltà, a cavarsela da sola – raccontano dal Centro d’ascolto – ma con il lockdown e la crisi economica legata al Coronavirus il lavoro si era fermato, sia per lei che per il figlio. Dopo aver tentato il tutto per tutto per potersi arrangiare, questa famiglia ha dovuto fare i conti con privazioni sempre maggiori fino a che non sono arrivati i morsi della fame». Il Centro d’ascolto è intervenuto subito dando il suo sostegno, e con la sua azione Roberta ha visto anche come si articola il prezioso lavoro dei volontari.

«Roberta, nonostante una quotidianità molto dura – raccontano dal centro d’ascolto – è sempre stata molto attenta alle povertà dei suoi vicini di casa, e, nelle sue possibilità, ha sempre aiutato tutti».

Per questo, i volontari del centro d’ascolto vicariale non sono rimasti sorpresi, poche settimane più tardi, quando ha raggiunto al telefono il coordinatore per metterlo a conoscenza non più dei suoi bisogni, ma di quelli di una sua vicina di casa, sola con due figli grandi di cui uno “problematico”. «Roberta aveva insistito con la vicina perché venisse da noi, ma lei si vergognava. Così ha scelto di farci da tramite, portando prima gli alimenti alla vicina e poi convincendola a venire al Centro d’ascolto, portandola a conoscenza di come operiamo e di cosa possiamo fare per aiutarla». Insomma, «una carità credibile e solidale, una gioia immensa».

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