Saccolongo. Ofelia Chiarentin: per quarant’anni a servizio del Signore

Questa domenica alle 11 si celebra nella chiesa di Saccolongo una messa di ringraziamento a Dio per la vita di Ofelia Chiarentin, che l’8 luglio compirà 95 anni.

Saccolongo. Ofelia Chiarentin: per quarant’anni a servizio del Signore

Nata e cresciuta a Saccolongo, dove ancora oggi risiede, Ofelia partecipa alla vita della comunità con mamma Maria Italia Rampazzo e papà Giuseppe Chiarentin. Grazie ad alcune religiose impara l’arte del ricamo e offre il proprio servizio ai giovani sposi del paese. Dopo la morte del padre, Ofelia deve occuparsi della madre malata ma rimane comunque attiva nella vita parrocchiale. A seguito della scomparsa della madre si mette al servizio dei sacerdoti in canonica, prima seguendo don Francesco De Rossi, poi don Giuseppe Brun; si sposta in seguito da Saccolongo al Bassanello, dove conosce don Giovanni (Gianni) Piovan. Nel febbraio del 1986 quest’ultimo fa il suo ingresso nella comunità di Santa Maria D’Adige e con lui c’è Ofelia. «Eccezionale nel servizio – afferma don Piovan – Ofelia è una persona comprensiva, accogliente e riservata, che non ha mai ceduto ad alcun pettegolezzo paesano ed è sempre stata gentile con i parrocchiani e con noi sacerdoti». Ofelia Chiarentin ha offerto la sua vita per le persone, non solo di Saccolongo, ma lì dove veniva chiamata era a disposizione del prossimo. «Una volta le è stato chiesto di andare come babysitter, assieme a un’altra donna, in Uganda, per servire alcune famiglie che non sapevano a chi lasciare i bambini per poter partecipare ad alcuni ritiri spirituali» racconta don Piovan. Ofelia ha accettato, si è spesa per gli altri, tanto nel suo piccolo, come in Uganda, attraverso il servizio missionario. Nella sua umiltà ha risposto sì, dicendo il proprio “eccomi” come Maria. Oggi invita amici, fratelli e sorelle della comunità a festeggiare con lei il traguardo dei 95 anni: «In questo tempo egli mi ha aperto l’orecchio e mi ha sciolto la lingua, e dopo oltre quarant’anni di presenza nelle canoniche posso dire che mi ha dato il centuplo, perché a servire il Signore non c’è nulla da perdere, ma tutto da guadagnare». 

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