Sacramento di pace. Dio è un padre che provvede alla fame dei suoi figli e ci desidera attorno alla stessa mensa

Nell’Eucaristia il pane spezzato è la vita spezzata che crea la comunione, la pace tra uomini che nella loro fragilità trovano non una condanna bensì il segreto della loro felicità

Sacramento di pace. Dio è un padre che provvede alla fame dei suoi figli e ci desidera attorno alla stessa mensa

L’Eucarestia: un pezzo di pane che dice la sacralità di ogni cibo, di ogni mensa; un corpo che dice la sacralità della creazione e della famiglia umana.

Mangiare non è solo riempire la pancia, ma è sperimentare tutta la nostra finitudine. Senza cibo è la morte. Quando mangio ammetto il mio limite: la mia vita dipende da altro da me, non basto a me stesso. Questo può non piacere e generare paura per non avere il controllo su quanto accade. Una paura che si sazia con il possesso di ciò che è fuori da me e può soddisfare il mio bisogno. E d’istinto trangugio in fretta ed eccedo, sbocconcello e scarto, mi ingozzo e spreco... Il mio modo di mangiare rivela il mio modo di vivere, di rapportarmi agli altri, agli eventi, alla natura, a me stesso. Ma è sempre il cibo che, rivelandomi il limite della vita e la sua dipendenza dalla creazione, mi permette di aprirmi alla gratitudine. Accettando la realtà di ciò che sono e di essere parte di un tutto che è circolarità di vita, mangio non da ladro, ma da figlio. Libero dalla paura del limite non ho bisogno di rubare il cibo nella pretesa di essere come Dio, ma posso liberamente ricevere e gustare il cibo con sobrietà e in compagnia.

Mangiare è accettare che ricevo ciò che non potrò mai ricambiare. La vita della natura, degli animali, delle persone che preparano i cibi non posso ricambiarla, ma posso accoglierla con gratitudine. E nell’Eucarestia, corpo di Cristo che si dona da mangiare, il sacrificio continuo del ciclo della vita si mostra nella sua drammaticità e salvezza. Ogni alimento suppone l’interruzione di una vita o di un processo di vita. L’Eucarestia è segno dell’unico modo vero di mangiare, nonché di vivere: ringraziare.

Quanta vita sprechiamo rifiutando la logica del dono e della gratitudine e ci affanniamo nella disperata smania di possedere con l’illusione di saziare la nostra impotenza.

Chi ci ha creati sa quanta fame di essere come lui abbiamo e così s’inventa di farsi cibo per saziare la nostra avidità e renderci capaci di mangiare rendendo grazie e spezzando il pane. Per fare questo è necessario lasciarci incontrare. Condividere il cibo è un azzardo che richiede tanta fiducia. Richiede ai commensali di ammettere reciprocamente il proprio limite e di scommettere sulla divisione del cibo.

Dio stesso, nella sua umanità, pur di incontrarci accetta il limite e il suo mangiare diventa comunione con noi e ci mostra che Dio è Padre che provvede alla fame dei suoi figli e ci desidera radunati attorno alla stessa mensa imbandita di cibi dai mille profumi, sapori e colori quante sono le ricette di tutte le culture.

In questo gesto il pane spezzato è la vita spezzata che crea la comunione, la pace tra uomini che nella loro fragilità trovano non la loro condanna bensì il segreto della loro felicità e non restano imprigionati nella loro avidità, ma avanzano liberi costruendo legami di fraternità.

suor Francesca Fiorese
direttrice dell’ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro

A gennaio. Apostolato della preghiera: le intenzioni

Intenzione universale del papa

Perché il Signore ci dia la grazia di vivere in piena fratellanza con i fratelli e le sorelle di altre religioni, pregando gli uni per gli altri, aperti a tutti.

Intenzione dei vescovi

Perché prolunghiamo il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio compiendo con fiducia le azioni ordinarie della vita.

Intenzione per il clero

Cuore di Gesù, anima e sostieni la paternità sacerdotale nei confronti dei giovani, sul modello del tuo servo san Giovanni Bosco: i tuoi ministri sappiano essere segno del tuo volto misericordioso e paziente.

Opera Messe Perpetue

La Pia Opera delle messe perpetue fu eretta in Padova presso l’ente ecclesiastico Opera diocesana Adorazione perpetua nel 1915 dal vescovo Luigi Pellizzo. Nel 2017 il vescovo Claudio Cipolla ha aggiornato le norme per le iscrizioni.

Lo scopo dell’Opera è di unire gli iscritti nella carità del suffragio e della intercessione della Chiesa. I benefici spirituali per gli iscritti sono la celebrazione di una messa quotidiana nella chiesa del Corpus Domini e la recita quotidiana del santo rosario davanti al Santissimo Sacramento con annessa indulgenza plenaria.

Possono essere iscritte alle sante messe perpetue sia persone defunte che viventi; l’iscrizione è individuale (cioè una volta per sempre); per l’iscrizione si richiede un’offerta pari possibilmente all’elemosina corrente per una messa.

Il versamento per l’iscrizione può essere fatto

  • presso l’ufficio dell’Opera di fronte alla chiesa del Corpus Domini;
  • sul conto corrente postale n. 146357;
  • mediante bonifico utilizzando il codice Iban: IT03Y0760112100000000146357.

Nei versamenti a distanza indicare nella causale il nominativo dell’iscritto e l’indirizzo dell’offerente per ricevere a domicilio il certificato di iscrizione.

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