Saletto e Terraglione. Dopo il campo estivo il parroco ha scritto ai “suoi” giovani. Riflessioni personalizzate sul tempo condiviso

I giovani di Saletto e Terraglione partecipanti al campo di fine luglio hanno ricevuto in questi giorni una lettera personalizzata scritta dal parroco. Due facciate in cui don Alessandro Pedron restituisce loro alcune riflessioni emerse durante le attività quindicinali estive. Un gesto semplice che però valorizza ogni singolo ragazzo, lasciando un ricordo prezioso dell’esperienza vissuta.

Saletto e Terraglione. Dopo il campo estivo il parroco ha scritto ai “suoi” giovani. Riflessioni personalizzate sul tempo condiviso

Una ventina di giovani di Saletto di Vigodarzere e Terraglione hanno ricevuto in questi giorni un’inconsueta missiva da parte del parroco. Don Alessandro Pedron, infatti, ha scritto una lettera a ciascun ragazzo che ha partecipato al campo estivo, in cui restituisce alcune riflessioni personalizzate sui momenti passati insieme. L’esperienza estiva è stata vissuta a fine luglio, per quindici giorni, da ragazzi delle scuole superiori. Sono state organizzate attività di gruppo, per rinsaldare i legami dopo la quarantena, così come momenti di preghiera, sia collettiva che individuale. Un’esperienza forte è stata la “veglia alle stelle”, durante la quale i giovani si sono incontrati in chiesa per ragionare sul senso del vegliare, per poi ritirarsi su un prato esterno dove hanno vissuto un momento di riflessione personale; la serata si è conclusa con un falò.

Durante le due settimane gli adolescenti si sono dedicati anche alla manutenzione del patronato, sistemando le pareti interne e verniciando alcune panchine. Un modo concreto per restituire quanto ricevono da anni da questo luogo, come insegnato nel vangelo «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». I giovani hanno poi visitato la cooperativa sociale Remix che si occupa di assemblaggio e servizi conto terzi, esperienza che ha permesso loro di conoscere una realtà del territorio che cerca di fare impresa tenendo conto dell’aspetto sociale e di chi vive situazioni di difficoltà nella propria vita.

Attività semplici che però hanno messo al centro i ragazzi, facendoli sentire protagonisti di qualcosa di bello. Come ricorda don Alessandro «educare i giovani è uno dei compiti primari della comunità cristiana. Essi sono il futuro». Per questo tutti siamo chiamati a metterci al loro servizio. «A volte basta poco: rivolgere loro una parola, un sorriso, un grazie, una parola buona, qualche gesto di fiducia…».

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