Salire da Praglia fino al monte della Madonna

L’itinerario si può percorrere in giornata: va dall’antica abbazia, o in alternativa da Villa di Teolo, fino al santuario mariano

Salire da Praglia fino al monte della Madonna

Un percorso mariano a pochi chilometri dalla città? Ci sarebbe ed è quello che unirebbe la chiesa abbaziale di Praglia con il santuario sul monte della Madonna, che dipende proprio dalla millenaria abbazia: entrambi sono dedicati all’Assunzione della Vergine. Purtroppo tale itinerario non esiste, nel senso che non vi è un percorso segnalato ad hoc: tentiamo di fare una proposta. Partiamo, quindi, dal parcheggio dell’abbazia, che vale una visita. Ci si può poi spostare con l’auto direttamente a Villa di Teolo, dove si può lasciare il proprio mezzo al parcheggio di via Centro Villa. Qui si prende il sentiero dell’Alta Via dei colli Euganei n. 1 che porta al monte della Madonna. Questa località è tuttavia raggiungibile dall’abbazia anche a piedi, con una cartina e buona volontà: si torna indietro fino a una canaletta e, seguendo il cartello della ciclovia dei colli Euganei e dell’itinerario E2, se ne prende l’argine verso sinistra. Al termine dello sterrato si segue a sinistra via Liviana, dove inizia una ciclabile che termina di fronte a via Boldù, che si prende e si segue fino a un ponticello dove parte un nuovo tratto arginale pedonale, a sinistra, che porta in via Sant’Antonio. Si prende quest’ultima a sinistra, svoltando alla curva (segnale E2), fino al grande incrocio di Treponti di Teolo. Senza attraversare il ponte, si imbocca l’antistante via Pastorie che in breve si immette nell’anello della citata alta via dei colli Euganei che, con un ampio giro pianeggiante alla base dei rilievi, conduce alla strada provinciale: attraversatala, ci si trova a Villa di Teolo dove chi ha fatto il tratto in auto ha lasciato il proprio mezzo. Si sale quindi per via La Croce, che costeggia la parrocchiale di Santa Maria Annunziata, e poi via del Groppetto che più avanti diventa sterrata. Raggiunta via Bettone, la si attraversa prendendo il sentierino sul lato opposto, che sale al monte Grande (alto 470 metri), dove si trova un radar metereologico. Si continua e in breve si scende al passo delle Fiorine, tradizionale meta di scampagnate primaverili per i padovani e non solo, dopo avere superato il parco avventura. Seguendo la salita per il santuario, dopo pochi metri si trova una scorciatoia che taglia il tornante e si raggiunge il santuario percorrendo l’ultimo tratto di strada asfaltata. Il ritorno può essere lungo lo stesso percorso, ma si può anche fare una deviazione: scendere per il sentiero che parte dal tornante all’ingresso del viale del santuario e, superato un punto panoramico, si raggiunge attraverso il bosco (porre attenzione, tratto scivoloso) la chiesetta di Sant’Antonio abate con l’attigua grotta di Santa Felicita. Dalla chiesetta ecco altre due opzioni: si risale per il sentiero, ma si devia a destra dopo il tratto difficile, ritornando al passo Fiorine e alla via dell’andata. In alternativa, dalla chiesetta si scende per il sentiero fino a Teolo e da qui, proseguendo per via Roma e più oltre imboccando la- sterrata via Farnea, si ritorna a Villa di Teolo.

Dai primi eremiti ai benedettini: otto secoli di fede

Sono due i principali santuari mariani dei colli Euganei: il più noto è probabilmente quello di Monteortone, frazione di Abano Terme, ma il più suggestivo per la posizione elevata e panoramica è senz’altro quello posto in cima al monte della Madonna, il secondo colle per altezza dopo il vicino monte Venda. A dirla tutta, è il santuario ad avere dato il nome odierno al monte. Oggi dipende direttamente dai monaci dell’abbazia di Praglia ed è dedicato alla Vergine Assunta. Le notizie storiche raccontano che una chiesa esisteva qui fin dal tredicesimo secolo, ed è citata in un testamento del 1253. Il luogo era frequentato da eremiti, ma anche da fedeli: papa Giulio II nel 1508 lo legò all’abbazia benedettina di Praglia, che iniziò a mandarvi i propri monaci. La piccola chiesa, più volte ampliata, fu riconosciuta nel tempo come un santuario, affidato alle cure di una confraternita mariana. Il santuario continuò a essere luogo di fede anche quando l’abbaziamadre fu soppressa, nel periodo ottocentesco. Nel 1940 la chiesa fu in gran parte ricostruita, mentre negli anni Cinquanta fu edificato il piccolo monastero con il chiostro, dove continuano a risiedere alcuni monaci benedettini della comunità di Praglia. Per gli orari delle celebrazioni va consultato il sito dell’abbazia di Praglia. Le testimonianze artistiche non sono molte, ma la chiesa conserva parte delle antiche murature della cappella cinquecentesca, riportate alla luce da un recente restauro. All’interno si trovano una statua trecentesca della Madonna col Bambino, in pietra policroma, attribuita ad Andriolo de’ Santi, una pala con San Rocco di Giovanni Battista Bissoni (allievo del Varotari) e un crocifisso ligneo di autore ignoto.

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