San Giacomo di Romano. Il 2 maggio compie cinque anni la Mensa della solidarietà, a cui va la prima edizione del Premio Ezzelino

Neanche la pandemia ha fermato la Mensa della solidarietà di San Giacomo di Romano d’Ezzelino, che il 2 maggio raggiunge il traguardo dei cinque anni di vita e... 115 mila pasti serviti (erano 70/75 al giorno pre pandemia e ora raggiungono i 90), 180 tonnellate di cibo raccolto e distribuito (a enti religiosi, scuole dell’infanzia, Caritas del territorio...; viene ritirato cibo dalle scuole di Romano, Borso, Sant’Eulalia, Semonzo), 50 volontari coinvolti...

La Mensa della Solidarietà si è aggiudicata il 4 maggio il Premio Ezzelino nella sua prima edizione.

San Giacomo di Romano. Il 2 maggio compie cinque anni la Mensa della solidarietà, a cui va la prima edizione del Premio Ezzelino

«Guardando indietro – racconta Renzo Zarpellon, responsabile Caritas per l’accoglienza e l’ascolto degli ospiti – ci rendiamo conto di quanta strada abbiamo percorso con l’aiuto della Provvidenza, di tanti gruppi e associazioni e, soprattutto, alla collaborazione generosa e qualificata di tanti volontari. Cinque anni fa, la mensa ha potuto aprire grazie a un lavoro di programmazione iniziato quattro anni prima e portato avanti da tante persone che vogliamo ricordare. Innanzitutto il precedente parroco, don Delfino Frigo, che nei lavori di ristrutturazione del centro parrocchiale Don Bosco, realizzati tra 2012 e 2013, ebbe l’intuizione e il coraggio di attrezzare una cucina a norma per una eventuale futura mensa dei poveri. Terminati i lavori, alla fine del 2013 ci si rimboccò le maniche per realizzare questo ambizioso progetto da parte della Caritas e dei volontari di Noi associazione, sostenuti dalle grandi capacità organizzative di Marino Kuhar. Fin dall’inizio ci fu anche la presenza della Caritas vicariale, guidata dal suo instancabile presidente Lorenzo Zen, che fu subito un entusiasta sostenitore del progetto».

Purtroppo, nel febbraio 2015 don Delfino Frigo è scomparso e tutto il progetto, che ormai era pronto per essere realizzato, si è fermato in attesa del nuovo parroco. «Don Moreno Nalesso, che arrivò nell’ottobre di quell’anno, condivise subito il nostro progetto e così il 2 maggio dell’anno seguente la Mensa della solidarietà potè iniziare il suo cammino».

La mensa è riuscita ad andare avanti e, anzi, a ottenere sempre migliori risultati, grazie alla collaborazione di tante persone: «Tra queste vogliamo ricordare la figura di Lorenzo Zen, scomparso il 5 marzo scorso. Dopo aver sostenuto l’iniziativa come responsabile della Caritas per quattro anni, dal 2017 ne fu ancor più un convinto collaboratore come vice-sindaco e assessore ai servizi sociali del Comune di Romano d’Ezzelino. Al suo inesauribile spirito di iniziativa dobbiamo il sostegno che l’amministrazione comunale non ha mai fatto mancare, soprattutto, favorendo una efficace collaborazione tra i servizi sociali del Comune, la mensa e la Caritas; collaborazione che da un anno si sta rivelando preziosa per far fronte alle nuove povertà che questa pandemia sta provocando».

Con l’emergenza sanitaria la mensa non si è fermata: «Abbiamo risposto con borse della spesa o offrendo cibo per asporto. Il tutto grazie ai volontari che non mancano mai di stupire per generosità. Il 3 maggio – festa di san Giacomo, patrono della parrocchia – ricorderemo i primi cinque anni della mensa, facendo memoria nella messa del caro Lorenzo Zen».

Una mensa aperta. Non è per combattere la fame, ma per incontrare i diversi bisogni

L’esperienza di questi cinque anni ha permesso di consolidare alcune intuizioni con cui è stata avviata la Mensa della solidarietà.

«A partire dal nome stesso – spiega Renzo Zarpellon – Non volevamo creare ghetti, ecco perché non l’abbiamo chiamata “dei poveri”, perché è aperta a tutti. E poi abbiamo scelto di farci aiutare dai nostri ospiti, che pian piano sono diventati collaboratori nelle piccole cose, e di coinvolgere Comuni, associazioni, parrocchie, centri Caritas, aziende del territorio... perché le persone che accompagniamo non sono un “della” Caritas, ma richiamano tutti alla responsabilità sociale. Non abbiamo creato una mensa per combattere la fame, ma perché possa essere uno strumento di contatto e amicizia, per creare quella confidenza che ci permette – non da soli – di poter suggerire soluzioni, indirizzare e dare suggerimenti».

AGGIORNAMENTO:

E’ stato conferito alla Mensa di Solidarietà il Premio Ezzelino della prima edizione di questo riconoscimento.

Istituito dall’Amministrazione Bontorin nel 2020,il Premio Ezzelino è destinato a quanti, cittadini o associazioni, enti, aziende, istituti scolastici, fondazioni ed altri, operano a favore della comunità, per chi ha contribuito o contribuisce in qualsiasi modo alla crescita sociale del paese nei diversi ambiti della vita cittadina: dall’economia al volontariato, dalla solidarietà allo sport, dalla cultura all’ecologia e alla cura dell’ambiente e che abbiano portato o portino il nome di Romano d’Ezzelino fuori dai confini comunali.

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