San Pio X in Padova. Tra gratitudine e profezia

San Pio X in Padova. Domenica si chiudono, con il vescovo, le celebrazioni per il 150° di fondazione dei Giuseppini del Murialdo. Invitato tutto il vicariato di Torre, che conclude la visita pastorale

San Pio X in Padova. Tra gratitudine e profezia

Questa domenica, nella parrocchia di San Pio X in Padova, si chiudono le celebrazioni per il 150° anniversario di fondazione dei Giuseppini del Murialdo, un anno giubilare che è iniziato il 19 marzo 2022. Per la festa di chiusura – che coincide anche con la fine della visita pastorale del vescovo Claudio nel vicariato di Torre – è prevista la messa alle 10 presieduta dal vescovo cui sono invitate le comunità del vicariato, un aperitivo nei locali della scuola dell’infanzia e un pranzo comunitario durante il quale viene proiettato un video sul fondatore san Leonardo Murialdo e le sue opere e sulla presenza dei Giuseppini a Padova. «Siamo in Diocesi dal 1902, prima al patronato del Santo fino al 1960, poi all’istituto Camerini Rossi, ora alla parrocchia di San Pio X dove festeggiamo proprio in questi giorni 69 anni di presenza e poi con il pensionato per studenti che però non gestiamo più – racconta padre Pietro Comparin parroco di San Pio X – Siamo attivi con l’Associazione Murialdo per l’accoglienza di minori e adulti e con la comunità Sacro Cuore di via Ognissanti, impegnata nell’animazione missionaria di tutta la provincia italiana dei Giuseppini. Operiamo anche al Patronato San Gaetano di Thiene». Una presenza solida che ha offerto e ancora offre diverse occasioni di aggregazione, educazione scolastica e professionale, di formazione, “luoghi” in cui i Giuseppini, seguendo il carisma di san Leonardo mettono al centro la persona, in particolare i giovani. L’anno “della gratitudine, della memoria e della profezia” si era aperto con un ringraziamento, a maggio, per quanto ricevuto in questo secolo e mezzo di vita poi in autunno uno sguardo al presente e infine a inizio 2023 le prospettive per il futuro. «Ci sembrava importante – conclude padre Comparin – chiudere con il vescovo di Padova per dire il nostro esserci in Diocesi e dare un segno di riconoscenza per quanto vissuto anche a Padova.

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