Santa Chiara e l’eucaristia. Calde lacrime per il “nascosto”

Fede viva nella presenza del Signore nel pane consacrato

Santa Chiara e l’eucaristia. Calde lacrime per il “nascosto”

Santa Chiara, “pianticella del beato Francesco”, come lei stessa amava definirsi, aveva assimilato dal Padre un vivo amore al sacramento dell’eucaristia. Lo esprime bene Tommaso da Celano nella sua Leggenda di santa Chiara in un capitolo intitolato “La sua meravigliosa devozione verso il sacramento dell’altare” (FF 3209- 10). Tommaso scrive così: «Quanto grande fosse l’affetto della beata Chiara verso il sacramento dell’altare lo dimostra il risultato»; e narra di Chiara che, pur inchiodata a letto dall’infermità riesce a farsi sollevare per filare delicatissimi tessuti con i quali poi confeziona oltre cinquanta paia di corporali che invia alle chiese dei dintorni di Assisi. Chiara desidera che Colui che ella ama con tutta se stessa sia accolto su un altare decorosamente preparato e per questo lavora, con le sue poche forze, perché l’Altissimo che «si umilia a tal punto da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane» (FF 221) venga venerato, adorato, ringraziato e lodato anche dalla sua fatica e dal suo sacrificio.

Ma Tommaso racconta anche che «quando Chiara stava per ricevere il Corpo del Signore si scioglieva in rivi di calde lacrime, e accostandovisi con tremore, temeva Colui che era nascosto nel sacramento, non meno di Colui che regge il cielo e la terra».

Oggi non siamo abituati a questo modo di esprimere la nostra fede, ma “le calde lacrime di Chiara” ci dicono quanto “caldo” fosse il suo amore, quanto viva la sua fede nella reale presenza del Signore nel pane consacrato, quanto vivo il desiderio di unirsi a Colui che tanto fortemente amava per formare una sola carne con Lui.

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