Santissima Trinità. Niente sagra, ma una cena all’aperto per dire: siamo ancora vivi. «Senza relazioni ci si impoverisce»

In un anno segnato dall’emergenza pandemia di Coronavirus, nessuna delle tre parrocchie dell’Unità pastorale dell'Arcella ha potuto organizzare le rispettive sagre, ma la comunità ha sentito la necessità di ritrovarsi per condividere fede, amicizie e serenità, anche solamente per una sera. Così, a partire da sabato 12 settembre dalle ore 19.30, negli spazi della parrocchia della Santissima Trinità è in programma una cena all’aperto

Santissima Trinità. Niente sagra, ma una cena all’aperto per dire: siamo ancora vivi. «Senza relazioni ci si impoverisce»

Nella mente di molti è vivido ancora il ricordo delle parole di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, rivolte ai numerosi presenti nel patronato della Santissima Trinità, all’Arcella, nel giugno 2019. Adulti e bambini ascoltavano il suo messaggio di incoraggiamento, in cui sottolineava l’importanza di essere e sentirsi comunità.

In un anno segnato dall’emergenza pandemia di Coronavirus, nessuna delle tre parrocchie dell’unità pastorale all’Arcella (che comprende San Bellino, San Filippo Neri e Santissima Trinità) ha potuto organizzare le rispettive sagre, ma le comunità hanno sentito la necessità di ritrovarsi per condividere fede, amicizie e serenità, anche solamente per una sera.
Così sabato 12 settembre, dalle ore 19.30 negli spazi della parrocchia della Santissima Trinità, è in programma una cena all’aperto: «Quest’anno è saltato tutto, non si potevano programmare dieci giorni di sagra, ma ci siamo riuniti anche con gli altri coordinamenti per organizzare momenti di ritrovo dal rientro delle ferie – racconta Corrado Panazzolo, tra i coordinatori della cena – Dopo questa chiusura obbligata in cui eravamo bloccati in casa, vogliamo riallacciare i contatti con le varie persone che abbiamo perso di vista nei mesi scorsi. Una piccola forma di incontro, quella della cena, consapevoli che il cibo diventa un’occasione privilegiata per stare assieme, in compagnia».

Un menù sobrio e tipico delle serate di festa, con piatto di bigoli, grigliata di carne, patatine, contorni di verdura e, infine, gelato. Attenzione massima sulle disposizioni per evitare contagi, per cui nominativi segnati per tenere il registro dei presenti e addio a grandi tavoloni. L’invito, per garantire il massimo della sicurezza, è quello di prenotare per tempo un tavolo.
«Con questa proposta vogliamo dire: non siamo morti, siamo ancora vivi – spiega don Gilberto Ferrara, parroco moderatore dell’unità pastorale – Ci affacciamo a un inverno che non sappiamo cosa ci riserverà, ma in questo tempo che ci è permesso non perdiamoci di vista e riprendiamo in mano quello che abbiamo costruito. Se ci si ritira nel proprio privato e mancano le relazioni, ci impoveriamo tutti».

Sul sito www.uparcella.org saranno comunicate le date delle cene all’aperto a San Bellino e a San Filippo Neri.

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