Segusino. Don Gabriele Benvegnù, vicario parrocchiale, spiega cosa ha significato “muoversi” nella vita pastorale con calma paziente

Oltre il “si è sempre fatto così” per valorizzare ogni legame

Segusino. Don Gabriele Benvegnù, vicario parrocchiale, spiega cosa ha significato “muoversi” nella vita pastorale con calma paziente

«La “calma sapiente” – racconta don Gabriele Benvegnù, vicario parrocchiale di Segusino – mi ha aiutato a mettermi in ascolto di ciò che davvero conta: la situazione esistenziale dei destinatari, rovesciando la prospettiva del “si è sempre fatto così” – qual è il programma da svolgere quest’anno? Che sacramenti ci sono da celebrare? – a vantaggio del “minimo sindacabile” che mi convinceva di più: la (ri)costruzione dei legami con i destinatari, sempre più rarefatti a causa delle norme che limitavano gli spostamenti, per sperimentare la consapevolezza di essere corpo di Cristo, anche se “fisicamente distanziati”».

Occorreva fare il primo passo, rompere il ghiaccio, «verso gli operatori pastorali – evidenzia don Gabriele – ma anche verso le famiglie grazie a chiamate o videochiamate, messaggi Whatsapp, fermarsi per scambiare due parole fuori da messa, ricordarsi di compleanni o anniversari, dare attenzione a chi di solito è presente, ma anche “cercare chi si è perduto”. “Calma sapiente”, come evidenziato nelle Linee guida per la catechesi, aveva il sapore di una necessità pastorale, un modo originale per tradurre due principi pastorali ormai noti e che papa Francesco ha evidenziato nella Evangelii Gaudium: «Il tempo è superiore allo spazio”» (n. 222) e «la realtà è più importante dell’idea» (n. 231).

La “calma sapiente” dal punto di vista del celebrare

«Riguardo ai sacramenti, con i catechisti abbiamo scelto la celebrare la cresima in due turni. I “piccoli gruppi” hanno reso al celebrazione più intensa e coinvolgente. Anche la terza forma della Penitenza è stata molto apprezzata, soprattutto per l’occasione di offrire una catechesi sul sacramento».

Dal punto di vista del progettare

«“Facciamo meno, per fare meglio”: un motto che mi ha davvero aiutato. Con i catechisti e accompagnatori dei genitori, ci siamo presi del tempo per condividere il nostro punto di partenza, timori, incertezze ma anche desideri e prospettive. Dal documento Ripartiamo insieme abbiamo individuato alcuni punti fermi da cui avviare stili e percorsi con i bambini, ragazzi e genitori. Un bell’esercizio di discernimento comunitario! Davvero stimolanti i corsi base “Si può fare”, “Compagni di viaggio” e sulle “Piattaforme web” per poter dare ancor più qualità alla proposta catechistica».

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