Sinodo, diario di bordo. Al lavoro per tracciare la rotta definitiva

Diario di bordo. I “sinodali”, riuniti il 30 aprile, hanno preso in mano le proposte per il futuro della nostra Chiesa di Padova

Sinodo, diario di bordo. Al lavoro per tracciare la rotta definitiva

Il vento ha iniziato a soffiare nelle vele della nave del Sinodo della Diocesi di Padova. Nel secondo incontro della prima sessione – nel pomeriggio di domenica 30 aprile in Seminario maggiore – i 366 membri dell’Assemblea sinodale hanno vissuto un secondo momento di studio per tracciare la rotta, poi, da venerdì 12 maggio, con la seconda sessione, si inizierà a fare sul serio. Protagonista di questo secondo incontro è stata la seconda parte dello Strumento di lavoro 2, quella che contiene le 28 proposte per il cambiamento della Chiesa di Padova, ricavate dai cinque stili generativi
individuati dalla Presidenza del Sinodo: la comunità cristiana in dialogo con il contesto sociale e culturale attuale; la spiritualità e l’esperienza di fede: un tesoro da custodire; la qualità delle relazioni, degli affetti e dei legami: le persone al centro e come fine; la fraternità e le collaborazioni pastorali: tutti corresponsabili; la formazione: cristiani si diventa (per approfondire: sinodo.diocesipadova.it). Nella parte più corposa del pomeriggio, i 26 gruppi di lavoro hanno
letto e riflettuto in forma personale su ognuna delle proposte e sulle relative specificazioni, condividendone poi due. È proprio ritornando su queste proposte che ora i “sinodali” sono chiamati a riflettere e a pregare nelle due settimane che li separano dal prossimo appuntamento, per fare in modo che ogni gruppo possa presentare alla plenaria tre proposte ritenute più significative. Prima del lavoro di gruppo l’Assemblea aveva ascoltato la riflessione del vescovo Claudio sul brano tratto dal secondo capitolo degli Atti degli apostoli, prima lettura della liturgia di domenica 30 aprile. Siamo nel giorno di Pentecoste, ha detto mons. Cipolla dopo aver salutato calorosamente i presenti, e «Pietro e gli altri escono per annunciare che Gesù è stato costituito Cristo e Signore. Si trovano davanti a una folla. Certamente Pietro si sarà chiesto: qual è la cosa più importante che devo dire adesso? E sceglie di annunciare Cristo con parresia», senza mezzi termini o giri di parole. Da qui il pensiero del vescovo torna all’oggi, dove la Chiesa di Padova, erede di quella Chiesa per la successione degli apostoli, si trova essa stessa davanti a una folla a cui annunciare, una Chiesa disillusa, con la sensazione di «perdere il contatto soprattutto con i giovani, non solo con i ventenni, ma anche con i 35-40enni. È come se ci fosse una società che si sta allontanando». Nella folla, lo sguardo del vescovo scorge tre volti in particolare. Anzitutto quello di quei giovani, ma anche adulti, che vagano alla ricerca di un punto d’appoggio su cui basare la propria vita, si affidano alle religiosità più diverse, ma la Chiesa fatica a intercettarli. In secondo luogo i catecumeni: ogni anno almeno trenta giovani e adulti chiedono di essere battezzati: per quali ragioni profonde? Cosa dice questo a chi da sempre vive da cristiano come un fatto scontato? Infine chi, dopo anni di freddezza, si riavvicina alle comunità cristiane: cosa sono in grado di offrire a queste persone? «L’altra grande domanda – ha detto il vescovo – è: chi annuncia oggi? Chi è Pietro? Siamo noi i suoi successori. Come parliamo ai giovani e agli adulti di oggi di Gesù Cristo e Signore?». A seguire, la Presidenza del Sinodo ha ricordato che le 28 proposte di cambiamento sono il risultato di due tensioni generali emerse nei materiali: la necessità di slancio e di sognare una Chiesa diversa e quella di alzare l’asticella. «Sentiamo urgenza del cambiamento – ha sottolineato Benedetta Castiglioni – abbiamo entusiasmo, adesso occorre passare dalle dichiarazioni d’intenti alla concretezza». Infine don Leopoldo Voltan ha illustrato i tre criteri attraverso cui l’Assemblea sinodale si sta approcciando alle proposte di cambiamento: la conversione in chiave missionaria della pastorale; l’urgenza dell’evangelizzazione; la sostenibilità realizzativa. A chiudere l’incontro la premiazione di Antonio Pessetto, vincitore del concorso per il canto del Sinodo con la sua Fate quello che dirà intonata da tutta l’Assemblea sinodale. A vele spiegate la nave del Sinodo procede, è già tempo di prendere in mano bussola e carta nautica per tracciare la rotta definitiva.

Il racconto delle plenarie dell’Assemblea

Continua il racconto delle sessioni di lavoro “in plenaria” dell’Assemblea sinodale. Un “diario di bordo” che trovate sulle
pagine della Difesa e sul sito del Sinodo: sarà pubblicato all’indomani di ciascuna delle sette sessioni sinodali – fino all’ultima in programma il 17 dicembre – per condividere con tutta la Diocesi come si sta muovendo la “barca” del Sinodo... accompagnata dal soffio del vento dello Spirito.

La preghiera della rete di “chiese aperte”

Sono 26 i gruppi di parrocchie – a cui si aggiungono monasteri e congregazioni religiose presenti in Diocesi – che prima o durante la sessione dell’Assemblea sinodale pregano, con una traccia comune, per il suo svolgimento. Sul sito del Sinodo è possibile vedere quali sono e quando si ritrovano in preghiera. Alla rete di “chiese aperte” è sempre possibile dare la propria adesione.

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