Sostegno sociale parrocchiale a Monselice. Cresciute generosità e corresponsabilità

Al Duomo di Monselice il “Sostegno sociale parrocchiale”, avviato a fine settembre, ha già dato i suoi frutti

Sostegno sociale parrocchiale a Monselice. Cresciute generosità e corresponsabilità

Al Duomo di Monselice il “Sostegno sociale parrocchiale” è già realtà. Mons. Sandro Panizzolo, il parroco, spiega come la sua parrocchia non si sia fatta trovare impreparata di fronte ai nuovi bisogni emersi dalla crisi causata dal Covid: «La nostra Caritas parrocchiale è ben organizzata – spiega – C’è lo sportello per i generi alimentari, aperto tre volte la settimana, e già tante famiglie ricevevano aiuti economici per bollette, spese mediche e scolastiche, abbonamenti per il trasporto pubblico».

Il “Sostegno sociale parrocchiale” è cresciuto in un terreno già fertile: «Abbiamo individuato un piccolo gruppo di persone che già prestavano servizio in Caritas e, dall’ultimo martedì di settembre, abbiamo aperto un nuovo sportello in patronato, con entrata dedicata e su prenotazione, dalle 9 alle 11». Un'apertura di cui tutti sono stati resi partecipi: «Già a fine settembre – racconta mons. Panizzolo – abbiamo spiegato alla comunità, durante le messe, questa iniziativa». La risposta è stata calorosa. Anzi, di più: «Abbiamo trovato in chiesa una busta destinata alle “iniziative Caritas”. Dentro c’erano sei mila euro».

Uno dei motivi del successo del “Sostegno sociale parrocchiale” a Monselice è l’estrema chiarezza con cui ne sono stati raccontati gli obiettivi: «La gente sa che questi aiuti sono mirati alle difficoltà che sono sorte a seguito del Covid. La comunità è stata informata che c’è un problema nuovo al quale dobbiamo far fronte in modo nuovo, con energie nuove e direi anche con una nuova disponibilità. Tutto questo ha moltiplicato le risorse, ha reso i parrocchiani più generosi e più disposti ad aiutare, ma ha anche reso più chiara la corresponsabilità di tutti».

In tanti si sono rivolti allo sportello. Ogni settimana l'equipe si ritrova, insieme al parroco, vaglia le richieste e individua i percorsi da seguire. Tra i volontari c’è Claudio Canella, già impegnato in Caritas. «Prima si occupava di tutto il parroco, adesso ci occupiamo noi volontari di sei/sette colloqui in ogni giorno di apertura. Ci ha colpito il caso di una coppia di Monselice con due bambini di età scolare: lui è un cuoco nella zona termale, rimasto senza stipendio e con la cassa integrazione in ritardo; lei invece ha perso il lavoro per il Covid. Erano rimasti in affanno con le bollette, accumulando mille euro di arretrati, tanto che gli è stato chiuso il gas. Abbiamo erogato loro un “Sostegno sociale parrocchiale” di 700 euro. Appena il papà ha ripreso a lavorare si è offerto di restituirci ciò che ci avevano dato, ma abbiamo preferito rinviare visti i tempi che corrono. Ci sono anche altri casi: quello di un ragazzo, rientrato dall’estero, che aiutiamo con borse alimentari; quello di una signora anziana con un figlio disoccupato, che ha perso l’unico lavoretto che la aiutava a far quadrare il bilancio; c'è anche il caso di una famiglia rom senza assistenza sanitaria… Sono situazioni in cui interveniamo, confrontandoci giorno dopo giorno, in base alle varie esigenze che emergono».

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