Suore comboniane. Il Vangelo al femminile scritto nella vita di giovani donne ferite

Donne che vivono grave marginalità, donne con bambini, donne che mostrano il volto di Gesù, inconsapevolmente e che fanno vivere, concretamente, le opere di misericordia. Le suore comboniane gestiscono un centro di prima accoglienza per queste persone fragili, che riescono a rinascere, che vivono una vera trasfigurazione.

Suore comboniane. Il Vangelo al femminile scritto nella vita di giovani donne ferite

Donne che si trovano sul lastrico, in difficoltà economica, relazionale, lavorativa, che hanno vissuto abusi, sopraffazione, dolore. Sono storie pesanti, difficili da digerire quelle che incontrano ogni giorno le suore comboniane che gestiscono il centro Mondo amico della Caritas diocesana che ha sede nella parrocchia della Mandria.

«Sono donne che vivono grave marginalità – spiega suor Giovanna Sguazza, responsabile del progetto – spesso con bambini, nella maggior parte dei casi molto giovani e soprattutto africane. Noi offriamo un'accoglienza temporanea di 3-9 mesi durante la quale predisponiamo un progetto individualizzato secondo le risorse e capacità della persona. La maggior parte ha storie molto pesanti sulle spalle, difficili da narrare. Alcuni aspetti restano, infatti, chiusi dentro loro, non sono tenute a raccontarci il loro vissuto e noi dobbiamo rispettare la loro privacy. Ma intuiamo che alcune loro azioni dipendono da qualcosa che devono tutelare».

Lavorano molto in rete con parrocchie, Caritas, cooperative, servizi sociali. Propongono laboratori di educazione civica, arte domestica, igiene. Sono supportate anche da un gruppo di volontarie che, ad esempio, il giovedì pomeriggio organizza il “salotto dentro”, uno spazio dove si lavora a maglia, si parla, si cresce nell'amicizia. Le ragazze sentono le suore, attualmente tre nella comunità, come madri o sorelle; vedono in suor Giovanna l'anziana del clan familiare, in senso africano: colei che vuole il loro bene, dà regole, dice no, ma percepiscono che l'autorità è per il loro bene.

«Non è facile stabilire una relazione reciproca di fiducia – afferma suor Giovanna – ma qui siamo nel cuore del nostro carisma: l'Africa dei popoli qui è viva, intensa. Ci sentiamo realizzate nel prenderci cura di questa ragazze che provengono dall'Africa e ci permette di avere un legame continuo, fisico con questo continente. E poi è bello servire queste persone, che sono donne. La nostra priorità è accompagnare proprio le donne, aiutarle a riscoprire talenti, risorse, bellezze che possiedono. Le aiutiamo ad aggrapparsi a queste risorse e procedere così nel loro cammino. E in questi volti scorgiamo e viviamo pienamente il Vangelo, quello al femminile. Lo troviamo nelle loro richieste, nei loro sguardi e nei gesti». 

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