Tramonte. Festa di primavera solidale

Tramonte. La prima sagra stagionale dell’up di Monteortone, che affonda le sue radici nella storia del bacino euganeo, sosterrà le scuole dell’infanzia parrocchiali e la primaria statale

Tramonte. Festa di primavera solidale

Storia, tradizione, devozione sono gli ingredienti indispensabili per dare un significato alle numerose sagre patronali che animeranno le parrocchie della Diocesi nei prossimi mesi. Nella Festa di primavera di Tramonte – in programma il 30 aprile e dall’1 al 7 maggio – questi aspetti sono più che mai evidenti: è una sagra antica, che affonda le radici nella
tradizione plurisecolare delle sagre popolari del bacino euganeo, dove la vita dei borghi collinari è da sempre legata all’agricoltura. Un tempo la sagra si svolgeva a fine ottobre, quando la gente del posto interrompeva il lavoro dei campi per rendere omaggio alla Madonna, patrona della conca tramontana insieme a san Giorgio, con una processione votiva seguita dal pranzo e dalla messa, e si concludeva con una grande festa per tutti. Da una quarantina d’anni le attività più ludiche sono state spostate in un periodo prossimo al 23 aprile, ricorrenza di san Giorgio, mantenendo la sagra di fine ottobre come ricorrenza religiosa per la comunità. Ora, dopo tre anni di chiusura forzata, la Festa di primavera torna più che mai attesa dalla gente del posto e non solo, perché la prelibatezza della sua offerta enogastronomica attira decine di migliaia di persone. Tanto che quest’anno è stata individuata una nuova area per l’organizzazione della festa, ubicata in via delle Terme, che accoglie uno stand e un parcheggio più ampi dei precedenti. «Sono molteplici gli aspetti che entrano in gioco in occasione delle feste parrocchiali. L’aspetto “mangereccio” è importante, perché ciò che gestiamo in questi giorni è una piccola azienda enogastronomica che ha lo scopo di sostenere le necessità della parrocchia, con un’attenzione particolare alle due scuole dell’infanzia parrocchiali, ma anche alla scuola primaria statale del territorio – spiega Ennio Pepato, uno dei coordinatori – Questo è possibile grazie all’impegno di oltre 150 volontari che operano in un clima di allegria, non senza fatica. Ad animarli c’è un ideale che riunisce intorno alla festa anche persone non praticanti, ma che si riconoscono nel valore del servizio alla comunità. Tuttavia, l’aspetto più importante è forse quello della tradizione religiosa, che in questi giorni accoglie molti fedeli nella devozione a san Giorgio, ma anche alla tradizionale processione votiva alla Madonna della Salute di Monteortone». «Le feste patronali sono il frutto dell’impegno di tanti laici, che, collaborando coi parroci, si adoperano in prima persona non solo per la riuscita dell’evento; anche durante l’anno offrono il loro tempo alla comunità» aggiunge il parroco don Giuseppe Galiazzo. «La nostra speranza è che ci sia un ricambio generazionale che permetta di mantenere vive queste tradizioni anche in futuro», conclude Pepato.

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