Un inizio solenne dentro di noi. La Chiesa di Padova nell'emergenza del Coronavirus, si attiene alle indicazioni delle autorità

La Chiesa di Padova nell'emergenza causata dal contagio del Coronavirus, si attiene responsabilmente alle indicazioni emanate dalle autorità civili. Il vicario generale mons. Giuliano Zatti approfondisce il senso di questo momento particolare che stiamo attraversando.

Un inizio solenne dentro di noi. La Chiesa di Padova nell'emergenza del Coronavirus, si attiene alle indicazioni delle autorità

È un inizio di Quaresima inusuale e fuori dal comune quello che la Chiesa di Padova sta attraversando in questi giorni dentro una situazione a dir poco surreale, che può anche apparire, sotto certi aspetti, complicata da comprendere.

A memoria nessuno forse ricorda la sospensione delle celebrazioni, degli incontri di catechesi, di tutte le attività che ruotano intorno alla vivacità pastorale delle nostre comunità cristiane se non, forse, negli anni più difficili dell’ultima guerra. Il senso di smarrimento è diffuso, ma anche la nostalgia della comunità è pungente, soprattutto in coloro che sono abituati a ritrovarsi ogni giorno o la domenica a celebrare insieme la propria fede. Ugualmente, però, questa condizione d’isolamento forzato dall’emergenza sanitaria può diventare un’opportunità di riscoperta del significato più profondo della comunità, aiutandoci a togliere quella patina di abitudinarietà che troppo spesso accompagna le nostre personali pratiche religiose. Ma può essere anche un modo nuovo per approcciarsi alla preghiera in famiglia e a quel silenzio interiore che abbiamo smarrito per strada.

Nel messaggio alle comunità per questo inizio di Quaresima “particolare”, il vescovo Claudio scrive: «Educati a una visione troppo individualistica della nostra fede, adesso che viene a mancare l’assemblea convocata percepiamo che senza una comunità si perde qualcosa di importante. È una comunità che celebra l’inizio del tempo che prepara alla Pasqua e Pentecoste; è una comunità che si dà, da secoli, tempi e riti per ritrovarsi e continuare il proprio cammino, rinnovando l’appello a tutti di seguire Gesù e il suo Vangelo; è una comunità che ogni anno desidera far memoria della sua lunga storia di relazione con Dio Padre, della sua identità dovuta all’opera che Gesù ha compiuto proprio per lei, della sua preziosità in un mondo sedotto dalla autoreferenzialità che è sempre chiamato, invece, ad attendere da Dio la sua salvezza; è una comunità che celebrando i sacramenti e facendo memoria del Battesimo, si riconsegna al Signore per essere segno, luce e sale, della sua misericordia e del suo amore».

«Gli stessi preti sono chiamati a un insolito accompagnamento pastorale, senza tuttavia procedere in modo scomposto – è il commento del vicario generale mons. Giuliano Zatti – E quando si accetta la realtà e si ascoltano i propri pastori, in un esercizio di reale comunione, viene meno e si consuma anche lo spazio delle polemiche e delle letture catastrofiche, che purtroppo vengono pure dagli ambienti ecclesiali».

Non è stata sicuramente facile da parte della nostra Diocesi la scelta di aderire alle direttive emanate dalle autorità civili nazionali e locali, ma tutto rientra «nello spirito che in Italia permea la cooperazione tra lo Stato e la Chiesa tesa al vero bene della gente – continua don Zatti – Del resto, non sarebbe stata capita una nostra obiezione alle precauzioni sanitarie messe in atto, per quanto appaia davvero surreale e contraddittoria la situazione che si è creata».

Spazi di preghiera assicurati
Come si legge nelle indicazioni emanate lunedì scorso (il testo integrale è in diocesipadova.it) gli spazi per la preghiera restano assicurati nelle chiese alle famiglie e ai singoli fedeli per una «breve visita privata in chiesa per una sosta orante davanti al Crocifisso e al Santissimo».

Curare, dunque, l’atteggiamento interiore di fiducia e speranza in Dio è quanto ci viene chiesto in questo particolare momento, anche per estrarre pensieri e riflessioni che si possano elevare sopra questo particolare momento di fatica, facendoci sentire maggiormente in comunione con chi abitualmente vive l’impossibilità di celebrare l’eucaristia a causa della malattia o, come accade nelle regioni amazzoniche come in molte di quelle in cui operano i nostri stessi missionari diocesani, a causa delle distanze incolmabili e della mancanza di presbiteri. «Dove c’è la fede, fiorisce fiduciosa e serena la preghiera – sottolinea ancora don Zatti – anche sperimentando un reale “digiuno” dalle parole, dal rito e dalle forme a cui siamo abituati. Ogni famiglia può ritrovare la sua vocazione originaria di “Chiesa domestica”, dove pronunciare una parola significativa e compiere un gesto comune. In questo ci sentiamo fortemente e “fisicamente” in comunione con tante comunità credenti abituate, loro malgrado, a vivere l’assenza del presbitero e di esperienze stabili di fede, come è stato raccontato anche in occasione del recente Sinodo sull’Amazzonia. In Matteo 18, 20 non si dice che “quando due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”? E nell’introduzione alla Liturgia delle ore si spiega con chiarezza che “è partecipazione sacramentale alla preghiera personale di Gesù Cristo”. L’atteggiamento interiore è la certezza che lo Spirito creatore non si è ritirato dal mondo, ma è forza perenne e creativa della Chiesa».

Le indicazioni del codice di diritto canonico

Il diritto canonico parla di casi straordinari dove il precetto festivo può essere dispensato in modo collettivo per la mancanza del «ministro sacro» oppure per un’altra «grave causa». Al canone 1248, paragrafo 2, si legge che «si raccomanda vivamente che i fedeli prendano parte alla liturgia della Parola». Ma se neppure questo è possibile, l’indicazione è quella della preghiera personalmente o in famiglia o, secondo l’opportunità, in gruppi di famiglie.

Tra sospensioni e rinvii, la Chiesa ai tempi del coronavirus

Lo scoppio del contagio da Coronavirus ha sconvolto programmi e calendari della Diocesi e di alcune realtà ecclesiali padovane. Lo stop a incontri e celebrazioni ha fermato la visita pastorale del vescovo Claudio alle parrocchie di Mestrino e Grisignano, dove avrebbe anche dovuto celebrare i riti delle Ceneri, trasmessi poi alle 19 di mercoledì scorso in diretta su Youtube dalla cappella privata del Vescovado. Domenica 1° marzo è stata annullata anche la celebrazione del Rito di elezione dei catecumeni che avrebbe segnato l'inizio del cammino verso il battesimo per alcuni giovani e adulti del territorio. Domenica 23 febbraio, di concerto con il sindaco di Rubano, anche l'Azione cattolica di Padova ha rinviato a data da destinarsi l'assemblea che avrebbe dovuto eleggere il nuovo consiglio diocesano per il triennio 2020-23.

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