Vicariato del Conselvano. Al via “Kerygma”, proposta di primo annuncio rivolta ai giovani

Vicariato del Conselvano. Sono in programma tre incontri per raccontarsi e ascoltare la Buona notizia di Gesù

Vicariato del Conselvano. Al via “Kerygma”, proposta di primo annuncio rivolta ai giovani

Parte questo venerdì, “Kerygma”, una proposta di primo annuncio ai giovani, pensata dal vicariato del Conselvano. Sono tre incontri – 3, 10 e 17 marzo (dalle 20 a Conselve) – della durata ciascuno di circa tre ore nel quale, in forma dialogata i partecipanti racconteranno del proprio vissuto, anche con l’aiuto di alcune drammatizzazioni che li vedranno protagonisti. Accompagnatori di questo percorso sono i coniugi Cristiana Rosso e Davide Stevanin, che hanno una lunga esperienza nel campo delle tematiche relative alle dinamiche di fede a livello familiare; sono anche accompagnatori dei corsi di preparazione al matrimonio, ma non solo. Il termine kerygma deriva dal greco keryx che significa araldo, messaggero, ambasciatore. Dice la modalità nell’annunciare, nel proclamare la Buona notizia, a voce come faceva l’araldo del re quando, nelle piazze, proclamava le ultime disposizioni o informazioni. È l’annuncio con cui hanno iniziato la predicazione gli apostoli ed è il fondamento su cui si basa tutta la fede cristiana. «Il primo annuncio è una proposta per tutti, anzi, sarebbe destinato proprio ai non credenti, a chi, per la prima volta, sente parlare di Gesù di Nazareth – spiegano Cristiana Rosso e Davide Stevanin – Si tratta di una proposta libera: se mi sento di accoglierla, l’accolgo così com’è, altrimenti lascio perdere. E in virtù di questo “partire da zero” non sono previsti momenti di preghiera o quei gesti che presuppongono la fede». Ancora gli accompagnatori evidenziano alcuni tratti del percorso che viene proposto ai giovani con il percorso “Kerygma”: «Per religione si intende tutto ciò che gli uomini devono fare per Dio. Con Gesù si ritorna al rapporto originale con Dio: un rapporto di fede in cui siamo chiamati ad accogliere ciò che Dio fa per gli uomini. Il Dio della religione appartiene all’antica alleanza, tra i servi e il loro Signore; nella Nuova alleanza il Padre dona la sua vita agli uomini e fa di loro i suoi figli. Quella che Gesù ha avviato non è una religione, ma una fede nel Dio vicino, intimo, personale, con un’unica passione: il bene dell’uomo. Gesù è insieme la via di Dio all’uomo e la via dell’uomo a Dio: “Io sono la via. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, come si legge nel Vangelo di Giovanni. Non è necessario fare ricerche particolari, è Dio stesso che si fa conoscere, che viene in cerca dell’uomo, parlando all’uomo nella maniera più normale e semplice, attraverso altri uomini: i profeti, cioè coloro che parlano al posto di Dio, dicono le parole di Dio. Proprio perché è una via semplice è per tutti: è sufficiente la disponibilità ad ascoltare. La legge può sottomettere le persone, le quali obbediscono per paura. La debolezza della legge sta nel fatto che non riuscendo a convincere deve obbligare, come per esempio i limiti di velocità. L’amore non obbliga, ma attira e convince». (N. B.)

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