Vogliamo fare scuola. La Fidae progetta la scuola di domani

La campagna "Vogliamo fare scuola", lanciata dalla Fidae (Federazione istituti di attività educative) l’8 maggio, racchiude, in tre semplici parole, il pensiero non solo di insegnanti, personale amministrativo e collaboratori, ma anche genitori, famiglie e studenti. Ed è chiaro anche il senso di pluralità - il "noi" - insito nella campagna.

Vogliamo fare scuola. La Fidae progetta la scuola di domani

«Questa campagna richiede la collaborazione e il sostegno di tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei giovani – spiega Virginia Kaladich, presidente nazionale Fidae – Abbiamo bisogno di tutti per guardare al futuro, lo dobbiamo ai nostri ragazzi che ci stanno aspettando».

Dopo la raccolta di adesioni da singoli, scuole, istituti, enti, università e comuni, ci sarà il lancio di un videomessaggio per la sensibilizzazione e diffusione di webinar, discussioni e quindi, verso fine maggio l’elaborazione di un testo completo per il quale è stata avviata la prassi di riferimento con l’Uni, l’ente normativo italiano.

«Questo passo – continua la presidente – è segno di responsabilità e autorevolezza. Diventerà riferimento per la scuola tutta, non solo quella paritaria. Vogliamo fare scuola dando delle linee convalidate da esperti e riconosciute». In giugno il documento potrebbe essere pronto per ricevere pareri e quindi validato. A questo punto ha tre anni di tempo per essere sperimentato. «Dobbiamo dire ai nostri ragazzi e alle famiglie – conclude Kaladich – che torneremo a scuola, in sicurezza. Stiamo lavorando molto per ripensare  spazi, tempi, contenuti e aspetto economico, ma con un unico chiaro obiettivo: il benessere dei nostri ragazzi. Diamo risposta al loro diritto di apprendere e stare con gli altri. A oggi siamo un po’ preoccupati per la dimenticanza del Governo nei confronti della scuola paritaria. Ma ribadisco che “noi” vogliamo fare scuola e ciascuno, in questa cornice, può mettere la sua faccia, il suo contesto, il suo territorio, le sue difficoltà». (L. V.)

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