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L'eventualità che anche in Europa si verifichi un contagio secondario, era fra quelle ritenute possibili, e non comporta un cambiamento delle misure. Parte da questa constatazione il commento del direttore del Dipartimento di malattie infettive, dell'Istituto superiore di sanità

La paura del contagio, l’incertezza su quanto viene pubblicamente detto, la preghiera a San Rocco, il santo più invocato nel Medioevo, protettore in caso di epidemie. Viaggio tra le comunità cattoliche di Hong Kong e Macao ai tempi del coronavirus: “Il virus crea allarme in tutta la Cina perché ci sono ancora molte incognite che lo circondano: non si capisce come e quanto sia pericoloso e quanto facilmente si diffonda tra le persone, se possa causare polmonite, che in alcuni casi è stata mortale”

L'Oms alza il rischio globale da moderato a elevato. In Italia ad oggi nessun caso di contagio. Il ministero della Salute attiva un numero verde e una pagina dedicata mentre il presidente dell’Istituto superiore di sanità assicura che il Sistema sanitario nazionale è pronto ad affrontare l'emergenza

Otto nuovi spazi dedicati a bambini e genitori: grazie anche alla collaborazione con l’Unicef il Comune di Padova, nell’ambito del progetto “Alleanze territoriali per la famiglia” allestirà dei “Baby Pit Stop” negli uffici comunali.

Quale bilancio tracciare di quest’anno? E come uscire da una situazione che sembra bloccata? Il Sir lo ha chiesto a una delle voci più ascoltate nel panorama culturale ed ecclesiale venezuelano, padre Luis Ugalde, gesuita, già rettore dell’Università Cattolica Andrés Bello, storico e teologo. “A volte quello che non succede in tanti mesi – dice – accade in pochi giorni”. Insomma, il “cambiamento” più volte invocato anche dai vescovi, potrebbe anche essere dietro l’angolo anche se, stando ai fatti, “ci vuole pazienza”. Ma “la sconfitta del regime è inevitabile

Mascherine prima di entrare in Chiesa, niente acqua santa all’ingresso delle Chiese, microfoni ripuliti subito dopo il loro uso, nello scambio della pace si annuisce con la testa ma nessuna stretta di mano e soprattutto il sacerdote deve lavarsi le mani prima e dopo l’Eucarestia, usare mascherine chirurgiche e posizionare l’ostia “delicatamente sul palmo della mano” evitando il più possibile il contatto fisico diretto.