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Studio di Acli Bologna. Per l'assistenza ad una persona non autosufficiente si passerebbe dagli attuali 1.050 mensili a 1.700, ma con un costo annuale per le famiglie di 27.800. E il rischio è che aumentino gli impieghi in nero. Alzare la paga oraria "non è sbagliato ma ci vogliono anche altre misure"

“In questa porzione dell’Africa tutti sono coscienti che è la precarietà a dettare il ritmo e le stagioni del tempo”. Padre Mauro Armanino, missionario Sma da Niamey, commenta il colpo di Stato in Niger del generale Abdourahamane Tchiani, leader degli ammutinati, e del presidente della Guardia presidenziale, nuovo uomo forte del Paese

Una misura contro la povertà deve essere universale, cioè assicurare a chiunque cada in povertà il diritto ad una vita decente, indipendentemente dalle caratteristiche demografiche e dal profilo professionale, ed essere continuativa nel tempo, fino a quando persiste la condizione di bisogno. È quello che accade in ogni Paese europeo, dove la misura di reddito minimo è un diritto di tutti i poveri. Queste misure - inclusa la card che di fatto non si collega ad esperienze già in atto come ad esempio gli empori solidali - non coinvolgono adeguatamente la sussidiarietà locale, fondamentale per l’inclusione delle persone in un processo radicato nei territori, collettivo, in rete, integrato, capace di andare oltre l’aiuto materiale in un percorso di accompagnamento e sotto certi aspetti anche educativo

Il pane in Centrafrica è un lusso riservato agli occidentali: la gente comune è troppo povera per mangiarlo. La guerra in Ucraina, la sospensione della Black Sea grain initiative e l’aumento dei prezzi dei generi alimentari peggioreranno le condizioni dei già poveri. A rimetterci sarà soprattutto il Nord del continente africano – Egitto, Algeria, Tunisia in primis – e il misero Corno d’Africa, con il Sudan e la Somalia che soffrono già terribilmente per guerre e siccità

Il commento del presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza, al focus Censis-Confcooperative dal titolo “L’Italia fa i conti con i tassi di interesse”. Assieme alla perdita di ricchezza finanziaria, da registrare la riduzione di 100 miliardi di euro del potere d’acquisto delle famiglie, che nel 2022 hanno dovuto fare i conti con un calo di disponibilità economica di almeno 3.800 euro a nucleo