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La situazione della violenza contro le donne e le ragazze in Honduras è di tale portata che tra il 2018 e il 2022 è stata presentata denuncia per 1.979 donne scomparse, di cui 75 assassinate, mentre solo nel 2022 la linea di emergenza 911 ha gestito 94.673 chiamate per violenza domestica e abusi domestici. A segnalarlo il portale informativo dell’arcidiocesi di Tegucigalpa, Suyapa Medios.

Odessa sotto attacco. Si contano i morti, i feriti. Viene colpita e distrutta dai missili russi anche la cattedrale ortodossa della Trasfigurazione, legata al Patriarcato di Mosca. Per fortuna, l’icona di Kasperov della Madre di Dio, che è la patrona della città, è stata estratta dalle macerie. Centinaia di cittadini si sono recati davanti alla cattedrale ed hanno pregato davanti all’icona messa in salvo. Il vescovo cattolico fatica a trovare le parole per descrivere quanto sta accadendo: “Non è una guerra, questo è terrorismo”, dice. E il metropolita ortodosso Agafangel di Odessa usa parola molto dure di condanna: “Qualunque sia lo scopo della cosiddetta vergognosa ‘operazione militare speciale’, nulla può giustificare l'uccisione e la violenza”

L’indagine di 1.400 pagine, frutto di tre anni di lavoro, consegnata nel giugno scorso alle due Camere della Dieta nipponica, ripercorre e riassume la macabra storia delle sterilizzazioni forzate imposte su donne, uomini e persino bambini giapponesi con diverse disabilità in ‘ottemperanza’ alla “Legge sulla protezione dell’eugenetica“ rimasta in vigore 48 anni, dal 1948 fino al 1996 quando venne di fatto abrogata trasformandosi nella attuale “Legge per la protezione della salute della madre”

“Siamo arrivati a Kherson ieri ed abbiamo trovato una situazione catastrofica”. Parte da qui il racconto di Sebastiano Losi, uno dei tre volontari dell’Operazione Colomba, che si trovano attualmente in città. Sono impegnati proprio in queste ore, caschetto in testa, a recuperare il materiale rimasto illeso dalle fiamme divampate nella notte fra il 18 e il 19 luglio dopo il bombardamento della Casa della cultura di Kherson. Nonostante la distruzione delle fiamme, i bombardamenti continui e la distruzione provocata dall’alluvione, “la gente che è rimasta qui a Kherson, non ha intenzione di andare via adesso. Si va avanti con forza e resistenza”