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Via con il quinto mandato, per altri sei anni, con l’86,5% dei consensi raccolti dai tre giorni di voto nella Federazione Russa: Vladimir Putin ce l’ha, ovviamente, fatta, con numeri da vero e proprio dittatore. Un abisso di distanza dai suoi concorrenti-farsa. Ieri alle 12, è scattata la protesta “mezzogiorno contro Putin” con l’iniziativa lanciata da Yulia Navalanaya, moglie dell’oppositore ucciso il 16 febbraio scorso, di ritrovarsi davanti ai seggi elettorali, e annullare la scheda scrivendo il nome di Alexsey Navalny. File si sono formate, soprattutto a Mosca e San Pietroburgo, ma nulla che potesse far pensare a un sollevamento popolare. Ovviamente non si saprà mai il numero di schede annullate

Sono momenti estremamente difficili quelli che la popolazione haitiana continua ad affrontare, ora anche a causa dell’aumento dell’instabilità politica. Questa situazione ha fatto precipitare la capitale, Port-au-Prince, in una situazione di grave insicurezza negli ultimi giorni e ha portato allo sfollamento di migliaia di persone dai quartieri poveri e vulnerabili conquistati dalle bande, verso quartieri non ancora colpiti situati nel comune di Delmas e del comune di Pétion-Ville. .

La fuga continua. I venezuelani continuano a lasciare il loro Paese. Lo hanno fatto e lo stanno facendo anche nelle prime settimane del 2024. Gli ultimi dati ufficiali forniti dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur), aggiornati a settembre 2023, sono eloquenti; 7,7 milioni di venezuelani hanno lasciato il Paese in seguito alla crisi economica, sociale e politica esplosa nella seconda metà dello scorso decennio; di questi, 6,6 milioni hanno trovato accoglienza in Paesi di America Latina e Caraibi, più di un milione ha fatto richiesta dello status di rifugiato, e 230mila lo hanno ottenuto

Oggi 15 marzo, la guerra in Siria entra nel suo 14° anno. “Il conflitto, scoppiato nel marzo 2011, – scrive in una nota Caritas Italiana – ha gettato oltre 16,7 milioni di persone in stato di bisogno, il numero più alto di sempre dall’inizio della guerra. 7,5 milioni sono minori; 7,2 milioni gli sfollati interni, sui quali si è abbattuto anche il violento terremoto del 6 febbraio 2023. 

La Commissione scopre le carte. La guerra in Ucraina renderebbe urgenti investimenti a favore dell'industria della difesa. Vestager: "La nostra spesa per la difesa va a troppi sistemi d'arma diversi, acquistati principalmente da Paesi terzi. Ora che i bilanci per la difesa in tutti gli Stati membri sono in forte aumento, dovremmo investire meglio, insieme e in Europa". Si parla di armi, sempre meno di pace

Sono stati diffusi il 12 marzo i dati sui flussi di trasferimento di armi nel mondo del rapporto annuale del Sipri, l'’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma, la fonte più autorevole in materia, che ha comparato i dati del quinquennio 2019-2023 rispetto al 2014-2018. Cinque i maggiori Paesi esportatori: Stati Uniti (+17%), Francia, Russia, Cina e Germania. Al sesto posto è l’Italia, con un balzo enorme dell’86%, la crescita più alta in assoluto. Dimezzate invece le esportazioni dalla Russia (-53%), probabilmente perché ha usato le armi nel conflitto in Ucraina.

“Dopo 160 giorni la Terra Santa, sconvolta dalla violenza, non vede una possibile soluzione alla guerra in corso. Oggi, primo venerdì di preghiera del Ramadan, iniziato lunedì scorso, a Gerusalemme, la città Santa per le tre religioni monoteiste, il clima è teso. Forti le restrizioni imposte da Israele: gli uomini che hanno meno di 55 anni e le donne che hanno meno di 50 anni non possono arrivare fino alla Spianata delle Moschee per pregare”. 

Silos di Trieste chiuso già a giugno, migranti spostati in toto al campo scout di Prosecco. È la soluzione per la struttura che ospita centinaia di persone in arrivo dalla rotta balcanica prospettata dal ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, che ha risposto ad una interrogazione della senatrice triestina del Pd Tatjana Rojc. Sulla questione interviene il Consorzio italiano di solidarietà

A inizio mese, in Iran si è votato il rinnovo del Parlamento consultivo. L’affluenza è stata del 41 per cento, il dato più basso dalla rivoluzione del 1979. Per dire, alle scorse elezioni parlamentari, in piena panemida, il dato era stato del 42 per cento.