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La curia di Odessa è al buio. Da due giorni non c’è riscaldamento. Le reti Internet sono staccate. In queste condizioni il vescovo, mons. Stanislav Shyrokoradiuk Ofm, lavora e vive con il suo staff. Da quando è scoppiata in febbraio la guerra, l’episcopio ha aperto le porte a tutti. Ogni giorno dalla cucina si distribuiscono 70/80 pasti caldi. Due giorni fa, il “pulmino” donato da Papa Francesco, carico di aiuti umanitari, è riuscito a raggiungere Kherson. “Ringraziamo il Papa”, dice il vescovo, perché “mai perde l’opportunità di ricordare il popolo ucraino e pregare per la pace. Questi appelli ci fanno capire che il Papa non dimentica il popolo che soffre”

A 9 mesi dall’inizio del conflitto rischiano di aggravarsi le condizioni di oltre 6,2 milioni di sfollati interni; 13 milioni di persone in tutta l’Ucraina non hanno accesso all’acqua pulita, 1 famiglia su 3 soffre di insicurezza alimentare. E solo il 20% dei 170 mila rifugiati arrivati in Italia ha trovato un alloggio nel sistema di accoglienza: i team di Oxfam in aiuto di chi è rimasto fuori dalle reti dei servizi sociali a Roma e in Toscana

Parla al Sir l'arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia, che domani parteciperà al porto di Napoli alla manifestazione "Fari di pace" promossa da Pax Christi e da un vasto cartello di associazioni cattoliche e laiche. Tra le richieste “di non autorizzare l’accesso in rada alle navi a propulsione nucleare o con armi atomiche”  e che l'amministrazione cittadina aderisca, con apposita delibera, all’appello perché l'Italia sottoscriva il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, promuovendo a livello nazionale una progressiva riduzione della spesa militare a vantaggio della spesa sociale

Erano le 8 di mattina ieri quando un allarme aereo è risuonato per oltre 3 ore in tutta l'Ucraina. Gli attacchi sono diffusi su tutto il Paese. L’invito è a recarsi nei rifugi. Odessa, Mykolaiv, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk, Dnepropetrovsk, Poltava, Zhytomyr. Anche l’arcivescovo maggiore di Kiev Sviatoslav Shevchuk lancia un appello: “Esorto tutti a non trascurare le regole e i segnali di allerta aerea, a stare attenti, rimanere nei rifugi e a fare di tutto per salvare la vostra vita e quella dei vostri cari''. A causa dei bombardamenti, circa 10.000.000 gli ucraini rimasti senza elettricità. Anche parti della città di Odessa sono inghiottite nel buio

Alla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, è stata allegata la “Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva”, redatta da una commissione di esperti sulla base degli ultimi dati disponibili, quelli relativi al 2019, con proiezioni sull'anno successivo. Dalla Relazione emerge che il tax gap, vale a dire la differenza tra il gettito teorico (imposte e contributi che dovrebbero essere versati in regime di perfetto adempimento) e il gettito effettivo, è pari a 99,2 miliardi di euro

Secondo l’organizzazione, “la lettura del sistema di accoglienza proposta dal ministro nell’informativa alle Camere utilizza ancora una volta la retorica dell’emergenza dietro la quale si nasconde un sistema che dal 2018 ha perso circa 70.000 posti. Occorre piuttosto chiarire che non c’è una reale programmazione e che si è scelto di non puntare sull’accoglienza pubblica in capo ai comuni, che ha standard ben più elevati dei centri straordinari”

Il ministro degli Esteri, Nicu Popescu: "Ogni bomba che cade sull'Ucraina colpisce anche la Moldova e la nostra gente. Chiediamo alla Russia di fermare la distruzione ora". Mentre i missili russi colpivano la Polonia, i media moldavi segnalavano estesi blackout in buona parte del Paese, dal territorio della Transnistria alla capitale Chisinau. Ma non ci sono solo problemi alla rete elettrica. Ci sono anche gli allarmi bomba, l’aumento del costo della vita e della povertà, l'insofferenza della popolazione. Sono gli "effetti collaterali" della vicina guerra in Ucraina. Fattori diversi che si stanno incrociando e che inevitabilmente creano incertezza e tensione

L'informativa del ministro al Senato. Quest'anno +60% gli arrivi, 100 mila nei centri di accoglienza, "posti saturi”. Gli attriti con la Francia? "Colpa di Ocean viking, le ong non possono scegliere dove attraccare”. Corridoi umanitari dai Paesi che combattono le partenze illegali

Il tema "migrazioni" è tornato prepotentemente al centro dibattito politico nei giorni scorsi nel nostro Paese dopo la decisione del Governo Meloni di ostacolare gli sbarchi di migranti dalle navi delle Ong impegnate nel Mediterraneo. Contemporaneamente si è assistito ad un intensificarsi degli arrivi in Italia attraverso la rotta balcanica: questa situazione ha portato la Caritas diocesana di Gorizia ad attivare nei locali della parrocchia di San Valeriano a Gradisca d’Isonzo una prima accoglienza temporanea "a bassa soglia" a parte dei migranti che non trovano ospitalità nel locale Cara, privo ormai di posti disponibili. Ne abbiamo parlato con l’arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli