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La vita a Mykolaiv scorre così: alterna momenti di normalità ad altri sotto attacco. Qui tutti sono consapevoli di poter essere colpiti, anche in casa, anche per strada, da un momento all’altro. Maskym Kovalenko, deputato del consiglio comunale di Mykolaiv, dice: “Non sono preoccupato per il futuro. Qui si vive giorno per giorno e si resiste”. Inaugurato un dissalatore acquistato grazie alla rete di StopTheWarNow. La vice-sindaco ai volontari italiani: “Non abbiamo parole per esprimere la nostra gratitudine”

Il 25 settembre si vota secondo la legge elettorale approvata nel 2017 e nota alle cronache come legge Rosato o Rosatellum dal nome del suo relatore di allora. È la stessa legge con cui si è votato nel 2018. Rispetto alle precedenti elezioni politiche, tuttavia, sono intervenute due novità a livello costituzionale: la riduzione del numero dei parlamentari e l'allargamento a tutti i maggiorenni del voto per il Senato (prima sussisteva il limite di 25 anni)

Il fronte dista da qui solo 5 chilometri. Si combatte a Mykolaiv. Si sentono le esplosioni. Sono tonfi profondi e improvvisi. Le sirene suonano in continuazione. Anche il ponte che collega la città a Odessa è stato preso di mira dai russi. Su una popolazione di 400mila abitanti, più della metà è fuggita. Sono rimasti soprattutto gli anziani. È in questo contesto di guerra che è arrivata ieri la carovana della pace. Grazie ai fondi raccolti dalla rete “StopTheWarNow”, oggi sarà inaugurato un dissalatore che porterà alla popolazione locale acqua pulita e potabile. “L’acqua che ci arriva a casa è sporca e salata”, dice una signora. Ma perché rimane qui? “Per questa è la nostra terra e la nostra casa. Non andiamo via”

Inizia l’anno scolastico e i concorsi della scuola non ancora conclusi (in alcuni casi a più di due anni dal bando) lasciano vuoti circa 31 mila posti degli oltre 55 mila attesi: il 56%. Ad evidenziarlo è un’elaborazione di Tuttoscuola, secondo cui “sarà necessario coprire i posti con supplenze annuali, rinviando la stabilizzazione a tempi migliori e confermando una precarietà del sistema”

Dal marzo 1994 al gennaio 1995 (ovvero prima di assumere l’incarico di commissario europeo) è stata la deputata di Padova Ovest, per il Polo delle Libertà, dopo aver sconfitto Guido Petter (Progressisti), Elisabetta Gardini (Patto per l’Italia) e Franco Perlasca (Alleanza Nazionale).

Denuncia contenuta in un rapporto di Amnesty International che riferisce di numerose occasioni in cui, soprattutto al confine con l’Iran, le forze di sicurezza locali hanno sparato alle persone che cercavano di scavalcare muri o di strisciare sotto le trincee. “Coloro che riescono a entrare in Iran e in Turchia vengono regolarmente arrestati e sottoposti a maltrattamenti e torture prima di essere rimpatriati illegalmente e con la forza”

Assaltati i palazzi del governo nella Zona Verde di Baghdad con scontri armati durissimi tra le diverse milizie che nella notte hanno causato almeno 25 morti e 385 feriti. L’appello della ong “Un Ponte Per”, impegnata da 30 anni nella costruzione della pace nel Paese. “Situazione frutto delle conseguenze dell’occupazione militare e delle varie guerre imposte al popolo iracheno dalle potenze straniere e dalle loro ingerenze”

Si va dai bonus ai rimborsi, passando per l'assegno unico e gli asili nido, con un'attenzione particolare alle famiglie con disabili o anziani: così la famiglia è presente nei programmi delle principali forze politiche, con l'obiettivo di sostenerla economicamente e fiscalmente, incoraggiando la ripresa demografica. Nel contesto della transizione ecologica

“La situazione è triste e preoccupante perché non si sa dove sta andando il nostro Paese. Credo, comunque, che il leader politico e religioso sciita, Muqtada al Sadr, abbia fatto un gesto pacifico invitando i suoi fautori ad abbandonare la violenza e lasciare la Zona Verde che era stata occupata. Si tratta di un appello che tutti hanno apprezzato, presidente e primo ministro, in testa. Ora tocca agli altri gruppi sciiti fare un passo, un sacrificio per il bene del Paese e del suo popolo”.

Giornata lunga, anzi lunghissima, per i 50 volontari di Stopthewarnow. Ieri hanno attraversato l'Ucraina percorrendo oltre 1.000 chilometri. A bordo hanno una decina di tonnellate di aiuti umanitari e la destinazione finale è Mykolaiv. Ad Odessa li ha raggiunti ieri anche mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura e presidente di Pax Christi, in rappresentanza dei Vescovi italiani. "È veramente duro sperare mentre si radica sempre di più questa logica che vede soltanto nella guerra nelle armi nel conflitto la soluzione dei problemi. È una constatazione triste e amara. Sappiamo di essere nella notte ma sappiamo anche porci la domanda: quando verrà l'alba? Noi lavoriamo perché questa alba di pace venga quanto prima"