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“La proposta della Regione Emilia-Romagna di legittimare con un decreto amministrativo il suicidio medicalmente assistito, con una tempistica precisa per la sua realizzazione, presumendo di attuare la sentenza della Corte Costituzionale 242/2019, sconcerta quanti riconoscono l’assoluto valore della persona umana e della comunità civile volta a promuoverla e tutelarla”. 

"A Gaza si muore di fame due volte perché gli aiuti umanitari non arrivano, vengono negati e si muore facendo la fila per un pezzo di pane": lo dice padre Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, commentando al Sir la morte di oltre 100 palestinesi ieri, a Gaza City, durante il tentativo di prendere cibo da un convoglio umanitario

Oltre 100 persone sono morte e circa 750 sono rimaste ferite. Msf: “Consideriamo Israele responsabile della situazione di estrema disperazione a Gaza, che ha portato al tragico evento”. Save the Children: “Bambini muoiono per mancanza di cibo e i loro genitori vengono uccisi mentre cercano di procurarglielo”. “Unicef: “Altro triste promemoria della disperazione delle famiglie affamate e assetate che cercano di sopravvivere”

Presentata da Fondazione The Bridge di Anci una ricerca che ha coinvolto studenti, insegnanti e amministrazioni comunali. Aumento delle richieste dei cittadini o delle scuole: crescono, infatti, la dispersione scolastica, le difficoltà familiari, l’isolamento individuale e il ritiro sociale dei ragazzi. Tanti gli interventi di educativa domiciliare, sostegno scolastico e presa in carico su segnalazione delle Procure

Ieri, durante il processo Iuventa, il pubblico ministero del tribunale di Trapani ha riconosciuto che le accuse contro i membri dell'equipaggio dovrebbero essere ritirate e chiesto che la motonave venga dissequestrata. De Pieri: “Ammiriamo la determinazione di coloro che sono all'opera per contrastare gli orrori che si verificano nel Mediterraneo. I loro atti di solidarietà verso rifugiati e migranti dovrebbero essere esaltati e mai puniti”

Venerdì 1 marzo è il giorno designato per il funerale del dissidente russo ucciso in carcere - ormai è convinzione diffusa - dal regime di Putin. I social dell'opposizione mettono in guardia dal possibile pugno di ferro del Cremlino. Ma si diffonde anche la voglia di libertà. Mentre la vedova, Yulia Navalnaya, con la sua famiglia, raccoglie il testimone dell'impegno di Alexei

La vedova del dissidente russo, Alexei Navalny, ucciso in carcere in Siberia, ha ricordato, davanti all’Europarlamento, il marito e il suo coraggio di oppositore al regime di Mosca. Ha accusato Putin di essere il mandante dell’assassinio di Alexei, definendolo “mafioso”. Poi l’invito a contrastare l’oligarchia che tiene sotto scacco il popolo russo. I funerali si terranno il 1° marzo: Yulia teme violenze e arresti