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“Siamo qui oggi a dire: basta, basta, basta, fermiamo la guerra!”. Lo ha detto il vescovo di Cassano all’Jonio e vice presidente della Conferenza episcopale italiana, mons. Francesco Savino, alla conferenza stampa che si è svolta a Odessa all’arrivo della carovana della pace, organizzata dal coordinamento #stopthewarnow e alla quale ha aderito anche la Cei. Il convoglio, composto da 15 mezzi, è sostenuto da una delegazione di 50 persone in rappresentanza di 175 organizzazioni della società civile italiana ed ha portato 40 tonnellate di beni di prima di necessità per la popolazione

Da un'analisi sintetica dei dati emerge che oltre alle caratteristiche personali dei candidati, sempre molto rilevanti sul territorio, ha giocato un ruolo decisivo la capacità degli schieramenti di presentarsi agli elettori in modo unitario. Si conferma che sia il centro-sinistra che il centro-destra vincono quando riescono a realizzare una convergenza di elettorati che in alcuni casi può anche prescindere da alleanze formali tra partiti. Resta sullo sfondo la grande questione dell'astensionismo su cui le forze politiche nazionali devono riflettere tenendo anche conto del risultato molto significativo dei candidati delle liste civiche

“Ieri l’intera Ucraina, tutto il territorio della nostra madrepatria è diventato epicentro del più massiccio attacco missilistico della Russia durante gli ultimi giorni di questa guerra. Sull’Ucraina sono stati lanciati più di 45 missili alati provenienti dal territorio bielorusso, dal Mar Nero. Stamattina alle 6, un attacco missilistico si è abbattuto sulla nostra città di Kyiv, sulla nostra capitale. Sopra la città di Kyiv si è alzata la nube nera”. 

I vescovi americani indicano la direzione di marcia dopo la decisione della Corte Suprema che venerdì ha ribaltato Roe v. Wade, la sentenza storica che, a partire dal 1973, ha stabilito il diritto all'aborto negli Stati Uniti. L’arcivescovo José H. Gomez di Los Angeles, presidente della Conferenza episcopale americana e l'arcivescovo William E. Lori, presidente del Comitato pro-life, hanno definito la giornata “storica”, sottolineando che “per quasi cinquant'anni, l'America ha applicato una legge ingiusta che ha permesso ad alcuni di decidere se altri possono vivere o morire: una politica che ha provocato la morte di decine di milioni di bambini”

«Una grande ecatombe. È già un suicidio di massa, un terrificante martirio collettivo». Donatella Di Cesare, docente ordinario di Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma, continua a dar voce a chi non si allinea al pensiero unico sulla guerra in Ucraina. Di Cesare ha ribadito le ragioni dell’alternativa al massacro anche allo Sherwood Festival di Padova durante il dibattito “La guerra oltre la guerra” con la filosofa Ida Dominijanni, l’economista Andrea Fumagalli e lo scrittore Davide Grasso. «Oggi più che mai lo sforzo è di evitare l’alternativa di schierarsi con i russi o con gli ucraini. Il punto è la catastrofe dell’Europa, che era nata con il compito di far coabitare popoli, non di assecondare nazionalismi o peggio gabbie etniche».

Nel nuovo rapporto di Msf, dal titolo “Nessuna pietà per i civili”, viene mostrata con dati medici e testimonianze del treno adibito a clinica d’urgenza la mancanza di protezione dei civili in guerra. Sul convoglio ferroviario 355 feriti di guerra: l’11% ha meno di 18 anni, il 30% più di 60

Il racconto in presa diretta del parroco di Mykolaiv, mentre la città è stata colpita da 7 missili russi. “Siamo stati svegliati da esplosioni terribili. Non abbiamo informazioni precise per quanto riguarda le vittime. In questo momento sentiamo l’odore del fuoco e si vedono le conseguenze degli attacchi con distruzioni e fumo nero in città”. Anche qui, la Chiesa è rimasta aperta a tutti. Non ha abbandonato la sua gente, svolge le celebrazioni e gestisce un centro animato e sostenuto da volontari dove vengono distribuiti gli aiuti umanitari alla popolazione