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Si sono svolte domenica 25 febbraio le elezioni per la Camera bassa del parlamento in Bielorussia. Senza un partito di opposizione, nella totale assenza di una campagna politica vera e propria, nella “completa epurazione” dallo spazio pubblico delle organizzazioni della società civile e con la conservazione di soli 4 partiti filogovernativi. Il Paese, inoltre, ha detto no anche alla presenza di osservatori internazionali a garanzia del cittadino e per una valutazione “imparziale e trasparente” del voto

Con il direttore della comunicazione del Parlamento europeo, Jaume Duch, ci soffermiamo sull'importanza delle elezioni del 6-9 giugno e sul valore che rappresentano per la vita dei cittadini dei 27 Stati membri. "L'Ue è diventata fondamentale per le nostre vite e se qualcuno non se ne fosse accorto 5 anni fa, probabilmente lo ha appreso" dopo Brexit, Covid e con la guerra in Ucraina. Ma c'è il pericolo disinformazione... Infine un messaggio ai giovani

Quasi un antipasto delle Europee in chiave locale. I quattro partiti della coalizione di centrodestra che sostiene il Governo Meloni hanno infatti deciso di presentarsi separatamente all’elezione del Consiglio provinciale che è in programma sabato 16 marzo. Sul versante del centrosinistra Partito democratico, liste civiche, Azione e Coalizione Civica hanno invece stretto l’accordo per una lista unitaria.

Un attentato, durante la celebrazione di una messa nella chiesa cattolica di Essakane, nell'estremo nord del Paese, sconvolge nuovamente il Paese africano, stretto fra golpismo, putinismo e violenza islamista. Le voci dei missionari raccontano la realtà locale: dove, come sempre, la popolazione paga il prezzo più alto

Sono oltre 6 milioni gli ucraini sfollati e quasi altri 4 milioni sono stati costretti a fuggire all’interno dei confini. Decine di migliaia di territori rimangono sotto occupazione coprendo quasi 300mila chilometri quadrati di territorio contaminato di mine. “Un tempo acclamata come il granaio dell’Europa, l’Ucraina ora brucia nel crogiolo del conflitto”. Don Vyacheslav Grynevych, direttore di Caritas-Spes Ucraina: “Secondo le previsioni degli esperti, la guerra potrebbe durare fino a un decennio. Siamo pronti fornire un’assistenza a lungo termine”

“L’Unione europea fin dall’inizio si è mossa compatta, anche se strada facendo, la compattezza ha mostrato delle crepe. Dobbiamo auspicare che l’iniziativa diplomatica si dispieghi in tutte le direzioni e con tutta l’ampiezza di cui può disporre”. È l’appello lanciato oggi da mons. Crociata, a nome dei vescovi dell’Unione europea, a due anni dall’inizio dell’aggressione russa su vasta scala in Ucraina. “Questa guerra – aggiunge - è una prova per l’Unione europea almeno per due ragioni: per la prova di unità che le chiede e per la minaccia che non molto oscuramente lascia balenare all’orizzonte”

A due anni dall’inizio dell’invasione delle forze armate russe su tutto il territorio ucraino, parla il nunzio apostolico a Kiev mons. Visvaldas Kulbokas che in questa intervista al Sir, rivolge un appello: “non ha diritto di esistere nessuna azione che minaccia e toglie la vita ad un essere umano. Questo vale per tutti. Quando si mette al centro del nostro pensiero, la persona, i bambini, le loro mamme e i loro papà, certamente non c'è più posto né per un'aggressione né per priorità che a volte si danno alle considerazioni storiche e politiche. È tutta teoria distaccata dalla realtà. L'appello principale oggi è dunque quello di guardare con i propri occhi al sangue che cola. È il segno che parla più degli altri”

Alla guida delle istituzioni dell'Unione europea ci sono i cosiddetti "top job", incarichi importanti come i presidenti di Parlamento, Commissione e Consiglio. La cui scelta dipende anche dall'esito delle elezioni per il rinnovo dell'Euroassemblea (in Italia si voterà nei giorni 8 e 9 giugno). Da qui il peso che ciascun cittadino può svolgere nel cammino futuro dell'integrazione comunitaria