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In occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno Save the children presenta il secondo rapporto “Nascosti in piena vista” per documentare storie di minori soli e di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord, a Trieste, Ventimiglia e Oulx. Denuncia le disparità di trattamento e chiede la fine delle violenze lungo le frontiere. Con un appello alla Commissione europea per l’adozione di una Raccomandazione agli Stati membri per l’adozione e l’implementazione di politiche che assicurino la piena protezione di tutti i minori non accompagnati ai confini esterni ed interni dell’Europa e sui territori

“#Rispettachiaiuta. La sicurezza degli operatori sanitari”: è il titolo dell'incontro “, in cui è stato presentato lo studio promosso dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, svolto da otto università italiane, capofila l’Università di Genova. Si ipotizza un sommerso di 125 mila casi l'anno, non denunciati a Inail

È importante che i leader politici europei possano conoscere sul posto la realtà della guerra, incontrare e parlare con le persone vive e non accontentarsi di leggere le statistiche o i documenti scritti che arrivano nei loro uffici. È importante vedere le città mezze distrutte, parlare con le persone segnate dalla guerra. Questa è l’Ucraina e vederla, cambierà la loro prospettiva. Ne sono certo”. È don Roman Krat, parroco della cattedrale cattolica latina di Odessa nonché delegato del vescovo per i rapporti con la stampa, a raccontare al Sir come il popolo ucraino sta seguendo oggi la visita di Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz. “Guardiamo oggi a questa visita in modo positivo”, aggiunge. “Sta aumentando le nostre speranze perché è un segno significativo di una Europa vicina al popolo ucraino”.

Il numero delle persone costrette a fuggire dalle proprie case è aumentato ogni anno nell'ultimo decennio. "Si tratta di una tendenza che può essere invertita solo compiendo uno sforzo concertato per costruire la pace". Alla fine del 2021 erano 89,3 milioni le persone in fuga, poi la crisi Ucraina e altre emergenze hanno fatto lievitare la cifra. Della Turchia il record di accoglienza dei rifugiati

Il Senato ha approvato in via definitiva la riforma dell'ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura, che completa il trittico di interventi sul pianeta giustizia (la cosiddetta “riforma Cartabia”, dal nome del ministro guardasigilli) che aveva già visto il varo delle riforme del processo penale e del processo civile. Il titolo completo del ddl è “delega al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni ordinamentali, organizzative e disciplinari, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Csm”. Il provvedimento contiene norme immediatamente prescrittive e altre che richiederanno l'emanazione di decreti legislativi da parte del governo per attuare la delega ricevuta dal Parlamento.

Nella Repubblica democratica del Congo almeno 170.000 civili sono fuggiti da novembre 2021 ad oggi, soprattutto nelle regioni orientali del Nord Kivu e dell'Ituri. Gli effetti della pandemia e ora l’impatto della guerra in Ucraina sui prezzi del cibo hanno fatto salire a 27 milioni le persone in stato di bisogno in tutto il Paese, 7 milioni e mezzo in più rispetto al 2021. Recenti scontri tra i ribelli del Movimento del 23 marzo (M23) e l’esercito congolese rendono questo momento davvero critico per la sicurezza del Paese: il conflitto rischia di evolvere verso una crisi regionale più ampia

Il numero delle persone costrette a fuggire dalle proprie case è aumentato ogni anno nell'ultimo decennio. "Si tratta di una tendenza che può essere invertita solo compiendo uno sforzo rinnovato e concertato per costruire la pace". Alla fine del 2021 erano 89,3 milioni le persone in fuga, poi la crisi Ucraina e altre emergenze hanno fatto lievitare la cifra. Della Turchia il record di accoglienza dei rifugiati

È invisibile il petrolio che, costantemente, da anni, fuoriesce dalle tubature che trasportano il greggio dai giacimenti della zona amazzonica. Accade nelle regioni interne del Perù, ma anche nel vicino Ecuador. In questo caso, il petrolio non si diffonde in un oceano, ma nei fiumi e nei terreni, rovinando la vita agli indigeni, che vengono letteralmente avvelenati. “Gran parte degli sversamenti di petrolio avviene in zona amazzonica, nel silenzio generale. Nel Paese, in 24 anni, ci sono stati oltre mille sversamenti, negli ultimi 4 anni è finita sul terreno o in acqua una quantità di oltre 87mila barili di petrolio. I più colpiti sono i popoli indigeni, è una cosa scandalosa”, spiega Miguel Lévano Muñoz, referente dei programmi dell’Oxfam in Perù

La sensibilizzazione del consumo critico e dei movimenti d’opinione può essere determinante per investire sulle 4R (riuso, riciclo, riparazione e riduzione) in contrasto alla compulsione estrattiva commissionata dalla ricettazione industriale e indurre le istituzioni a sostenere la responsabilità sociale d’impresa in termini di sostenibilità ad ampio spettro, senza attardarsi in ipotesi che rinviino le soluzioni o spostino il problema precostituendo emergenze future. La validità delle misure dipende dal concepire ambiente e umanità in chiave olistica

Quella che le statistiche indicano come la più grave siccità degli ultimi 70 anni sta provocando gravi conseguenze in agricoltura e nel settore idroelettrico. Forte l’impatto anche sulle biodiversità. Ne abbiamo parlato con Ada Giorgi, presidente del Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po che gestisce un territorio di circa 55mila ettari

L’organizzazione sottolinea che oltre 800 mila giovani hanno trascorso un’intera vita in quella che a tutti gli effetti è diventata una prigione a cielo aperto. Il 63% non ha un lavoro, 4 ragazze su 5 non trovano un’occupazione retribuita. A 15 anni dall’inizio del blocco imposto da Israele su Gaza, una nuova campagna racconta le storie di una generazione che vive reclusa. Appello all'Onu per un intervento che porti alla revoca del blocco