Fatti

Il commento del “Gruppo di lavoro permanente sul tema dei beni confiscati alle mafie” sulla Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta. “Le proposte della Commissione sono utili, ma presentano un limite di sistema. Si muovono, infatti, dentro l’attuale sistema di governance che vede l’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati svolgere un ruolo fondamentale”

“Recuperare la pace, la sicurezza e il pieno rispetto del diritto internazionale”. Questa è la terza emergenza che si è ultimamente affiancata a quelle della “sconfitta definitiva, non ancora conseguita, della pandemia” e della “rispesa economica nell’ambito del Next Generation” evidenziata questa mattina dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando all’Università di Trieste per l’inaugurazione dell’anno accademico.

Quanto sta accadendo nel cuore dell’Europa cristiana, cattolica, ortodossa ed evangelica, attesta in modo incontrovertibile la crisi spirituale che attanaglia il Continente dall’avvento del primo secolo del nuovo millennio. La storia si ripete, non dissimile da quanto avvenne all’inizio dell’ultimo secolo del secondo millennio. Certo è che assistiamo all’irrilevanza morale della fede cristiana nel cuore delle istituzioni politiche e civili; ancor prima nel cuore di chi governa, discerne e decide per i popoli.

La  minaccia russa, con la guerra scatenata in Ucraina, riporta d'attualità un tema sollevato già negli anni '50, all'inizio del processo di integrazione. Ora l'Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell afferma: "non siamo un'unione militare. Ma vogliamo svolgere un ruolo per dare ai cittadini europei più sicurezza in un mondo pericoloso”. Intanto il Consiglio ha approvato, a Bruxelles, la "bussola strategica" per una convergenza delle forze militari dei 27 Paesi membri, che attualmente spendono 200 miliardi  per eserciti e armamenti, pari all'1,5% del Pil

Il massacro di Mariupol ha il volto dell’esodo forzato. Padre Pavlo Tomaszewski, parroco della parrocchia di Nostra Signora di Czestochowa a Mariupol, conferma al Sir l’ennesimo orrore che si sta consumando nella città martire dell’Ucraina. “Alcuni parrocchiani mi hanno detto che i loro parenti sono stati messi dai ceceni in autobus e portati in Russia. È quasi impossibile comunicare con le persone che sono cadute in questi canali. A volte alcuni riescono a mettersi in contatto, ma è molto raro”. La vice prima ministra ucraina, Iryna Vereshchuk, ha affermato che 2.800 persone hanno lasciato la città assediata di Mariupol utilizzando mezzi di trasporto privati. Ma è proprio questo il problema: “le colonne delle macchine sono a volte bersaglio di spari”, dice il parroco. “Questa è la guerra, sparano ovunque, si può sempre finire sotto il fuoco”.

“È dalle 3 e mezzo di stanotte che hanno cominciato a bombardare e solo ora, da qualche minuto, hanno smesso. Tutta la città è stata colpita, anche l’aeroporto. Hanno colpito il policlinico che fungeva da punto di raccolta e distribuzione degli aiuti umanitari. È stato colpito questa mattina ed ora è fuori uso. Il bilancio dell’attacco è di 6 morti, 17 feriti”.

Dal Consiglio europeo un "decalogo" per affrontare l'emergenza militare, umanitaria ed economica scatenata dall'attacco russo al popolo ucraino. Ieri tre meeting a Bruxelles - Nato, G7 e Ue - con il presidente Usa Biden hanno ribadito il sostegno a Kiev e confermato l'ostilità politica ed energetica verso il Cremlino. La situazione bellica non consente di tirare troppo la corda: la minaccia chimica e nucleare di Putin terrorizza il vecchio continente, che nel frattempo è impegnato a ospitare i profughi e a fare i conti con il possibile taglio delle forniture di gas

“Abbiamo avuto un incontro rispettoso, cordiale, molto diplomatico tra la delegazione del governo degli Stati Uniti e quella venezuelana. C’erano le bandiere degli Stati Uniti e del Venezuela e sembravano belle, unite come dovrebbero essere”. Non stava nella pelle, lo scorso 7 marzo, il presidente del Venezuela Nicolás Maduro, nel descrivere l’incontro, clamoroso e sorprendente, con una delegazione degli Stati Uniti, inviata da Joe Biden a Caracas, a tre anni di distanza dal gelo totale intercorso tra i due Paesi. È l’effetto geopolitico ed economico più rilevante, nel Continente americano, conseguenza della guerra in Ucraina

Con pensiero alla guerra in Ucraina e alla sfida russa all'Occidente, mons. Komarica rivive gli orrori della pulizia etnica operata dai serbo-bosniaci durante la guerra in Bosnia (1992) che ha visto soffrire i cattolici croati di Banja Luka, oggi capitale della Repubblica Srpska. La scelta di non combattere che ha salvato molte vite. L'impegno per aiutare tutti, ieri come oggi, senza distinzione di etnia e fede