Fatti

“La situazione è difficile e per certi versi assurda. Nessuno sa cosa fare e molte persone, in particolare donne e bambini, vivono ora per ora pensando solo a mettersi in salvo, senza sapere bene dove e come. Il tempo è scandito dal suono delle sirene. Un suono che è sempre più frequente e assordante”. A raccontarlo è don Moreno Cattelan, sacerdote del Don Orione in Ucraina, raggiunto dal Sir all’indomani dell’attacco russo in Ucraina. Don Moreno ha lasciato Kiev nella notte con un altro religioso per recarsi a Leopoli, dove una struttura del Don Orione ospita ragazzi in difficoltà

“Per noi quanto sta accadendo è una cosa assurda. Non vediamo i motivi che giustifichino o spieghino tutto questo. Perché andare contro un paese che cerca solo di essere libero e democratico? Noi vogliamo stare con l’Europa e condividere i suoi valori”. Don Mikajlo Chaban, salesiano padre provinciale della Visitatoria Bizantina dei Salesiani, racconta a poche ore dall’inizio dell’attacco e dice: “Forse la Russia ha paura di tutto questo. Perché i russi potrebbero vedere come si vive da noi, la libertà che c’è, le possibilità che ci sono. E tutto questo potrebbe generare problemi a chi governa in Russia”

"Kiev è sotto bombardamento. Ci sono scontri nel cuore della capitale. Purtroppo si contano vittime anche tra i civili. I soldati russi sono sulle strade centrali della città dove per tutta la notte ci sono stati esplosioni e spari e continuano ad esserci”. È il racconto drammatico da Kiev di don Taras Zheplinskyi, capo redattore del Dipartimento di comunicazione della Chiesa greco-cattolica ucraina. È arrivata anche qui la notizia dell’incontro ieri di Papa Francesco all’ambasciata russa presso la Santa Sede. “Noi crediamo che il Papa possa davvero riuscire laddove le diplomazie mondiali hanno fallito. È già successo nella storia e questo ci dà la certezza che il Papa può aiutare a risolvere questa situazione a favore della pace”

Il racconto degli scontri e dei bombardamenti vissuti dalla stazione centrale della metropolitana di Kiev diventata un rifugio anti-aereo. La città è completamente vuota. Non si vede più nessuno per le strade. La stragrande maggioranza si è diretta verso la parte occidentale del Paese, a Leopoli. Ma non c’è scampo da nessuna parte. “Tutta la vita di un Paese sembra andare in fumo”, racconta al Sir il gesuita Andriy Zelinskyy. Molto criticata la decisione di non escludere, per il momento, la Russia dal sistema di pagamenti internazionale Swift. “Dei valori si può parlare tanto a livello globale ma purtroppo stanno vincendo gli interessi a scapito delle vite umane”

“Ieri si è abbattuta sull’Europa una nuova tragedia, con violenza e non su un solo Paese ma sull’intera Europa mettendo in pericolo pace e libertà. Non riguarda un Paese lontano, quanto avvenuto riguarda direttamente ciascuno di noi. Non possiamo accettare che la follia della guerra distrugga quello che i popoli d’Europa sono stati capaci di costruire e realizzare in questi 7 decenni in termini di collaborazione, di pace, di ricerca di obiettivi comuni nel nome dell’umanità”.

La testimonianza della coordinatrice della ong, Natalia Onipko, dal seminterrato rifugio di una casa accoglienza per minori oncologici nella capitale ucraina "Qui ci sono bambini che lottano per la loro vita contro il cancro e che ora devono lottare anche contro le follie di Vladimir Putin. E' molto difficile, molti hanno vissuto il conflitto del 2014"

La testimonianza ricevuta dalla Fondazione Don Gnocchi, che sostiene il centro di accoglienza “Dim Myloserdia” per bambini disabili di Chortkiv, regione di Ternopil. La presidente Dubyna: “Sono rimaste tre persone dello staff, 30 minori residenti e 40 adulti con bambini. Tutta la notte sono risuonate le sirene. Siamo pronti ad accogliere profughi e vittime di guerra”

Oggi, a Norcia, tra le macerie della basilica di San Benedetto, una delle icone del sisma del 2016, viene accesa, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la Fiaccola benedettina "Pro Pace et Europa Una". Un messaggio di pace e di unità che arriva a breve distanza dall'attacco russo all'Ucraina. Il Sir ha posto alcune domande al Sindaco di Norcia, Nicola Alemanno

All'interno della comunità, vivono stabilmente anche otto ragazzi disabili. “Se il conflitto dovesse arrivare drammaticamente anche qui, saremo costretti a portarli nelle nostre case in Polonia o in Italia. Non lasceremo il popolo ucraino: noi rimaniamo qui!”

Le sanzioni economiche sono l'ultimo tentativo di fermare uno scontro militare. Devono essere efficaci per ridurre alla ragione Paesi che non rispettano confini o diritti. Devono essere più che mirate per non indebolire le popolazioni dei paesi colpiti, spesso già in difficoltà in regimi non democratici e con una spesa squilibrata verso le armi o a vantaggio delle oligarchie