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Circa 214 milioni di bambini nel mondo hanno perso più di tre quarti di scuola in presenza e 888 milioni continuano ad affrontare l’interruzione dell’istruzione. Ecco "Pandemic Classroom", una classe composta da 168 banchi vuoti. L'installazione dell'Unicef

In tempo di Covid, l’Italia è stata uno dei primi Paesi a realizzare una didattica a distanza (Dad) su larga scala. La rete è diventata il modo primario per molti bambini e ragazzi di interagire con la scuola, con i compagni e gli amici. Tuttavia circa tre milioni di studenti sono rimasti esclusi, non avendo potuto usufruire della Dad per mancanza di connessione Internet o per mancanza di strumenti (smartphone o computer) adeguati. Anche tra gli studenti e le famiglie che usavano Internet si sono verificate molte disparità. È quanto emerso da un sondaggio condotto dal centro di ricerca Unicef Innocenti in collaborazione con l’Università Cattolica, su 1028 studenti italiani tra i 10 e i 18 anni, distribuiti sull’intero territorio nazionale. “Il Ponte” ha intervistato la co-autrice del sondaggio, Giovanna Mascheroni, docente di Sociologia dei media all’Università Cattolica di Milano

Lo studio di Tuttoscuola. Per effetto del nuovo Dpcm, oltre 6 milioni di studenti potrebbero tornare a seguire le lezioni da casa, il doppio di oggi. Non si verificava dal lockdown del 2020 una chiusura così massiva. In 14 Regioni su 20 potrebbero essere chiuse tutte le scuole. Decaro (Anci): “Si chiudono le classi e si incoraggia la movida”

“La situazione della sicurezza nel nostro Paese, soprattutto nella parte orientale resta pericolosa e aggravata dalla presenza di gruppi armati che l'esercito nazionale, sostenuto dalla Monusco”, la Missione delle Nazioni Unite nella Repubblica democratica del Congo, “non è ancora in grado di sradicare”: lo scrivono i vescovi congolesi, in un messaggio finale al termine del consiglio permanente, nel quale ricordano anche l'ambasciatore Luca Attanasio e le altre vittime dello scontro a fuoco

San Bellino è un minuscolo comune di poco più di mille abitanti della provincia di Rovigo. Si conoscono tutti, il bar con vista campanile è un punto d’aggregazione consolidato, ma arrivando da via Roma una delle insegne “principali” a saltare alla vista è quella rossa brillante del centro Adecco. Non un negozio, un panificio o una farmacia, ma un’agenzia di selezione del personale.

La Repubblica democratica del Congo è uno Stato poverissimo nonostante le immense risorse minerarie e naturali. Gran parte della popolazione vive con meno di due dollari al giorno e il virus Ebola è tornato a colpire. La parte est del Paese è una terra di nessuno dove bande armate si contendono il controllo delle miniere, massacrando la popolazione. Dodici i missionari padovani attivi nel Paese. Tra loro c’è padre Franco Barin, comboniano: «Essere chiesa qui significa innanzitutto portare speranza tra la gente».