Fatti

«Non siamo un “covid hotel”, questa terminologia non ci rappresenta. Noi facciamo accoglienze sociali di tutti i tipi: emergenza abitativa, detenuti, turistica convenzionale, lavoratori, studenti, professori, pellegrini. Siamo presenti su tutti i portali di prenotazione on line».

Casa del Pellegrino di Padova, Point Hotel di Conselve e Terme Augustus di Montegrotto: sono queste le tre strutture alberghiere nel Padovano inserirete nella lista dei 16 Covid hotel individuati in Veneto per dare la possibilità ai contagiati senza sintomi gravi di curarsi riducendo così la pressione sui reparti ospedalieri. Su un 110 sparsi su tutta Italia, nelle varie regioni la situazione è a macchia di leopardo con diversi alberghi già attivi e altri che attendono ancora indicazioni: a una settimana dalla presentazione della lista ufficiale, anche i tre padovani aspettano risposte su come procedere

“In questi mesi di pandemia i servizi sociali ci segnalano che sembra delinearsi una flessione del lavoro della rete dei servizi antiviolenza. Nel primo semestre di quest’anno, infatti, rispetto allo stesso periodo del 2019 sono diminuiti del 20% i contatti o gli accessi preliminari e del 10% le prese in carico. Questo confronto porta a concludere che la tendenza per l'anno 2020 è dovuta ad un calo dei percorsi specifici; un trend preoccupante perché lo riteniamo non dovuto ad una significativa riduzione dei casi ma ad un contenimento dell’emersione del fenomeno a cui non sono estranee alcune situazioni di isolamento a causa del rischio di contagio”.

«Il rischio che s’intravede è che la crisi si estenda anche alle altre etnie. Quella dei trigrini ha una chiara radice politica perché con l’ascesa del primo ministro oromo Abiy Ahmed, il partito dei tigrini ha ormai perso la supremazia esercitata sull’Etiopia per oltre vent’anni».
Fabio Manenti ha lavorato per dieci anni in Etiopia, all’ospedale di Wolisso, insieme a Medici con l’Africa Cuamm, e conosce bene la regione settentrionale del Tigray perché, dal 2000 al 2007, ha seguito due progetti per il centro fisioterapico e ortoterapico a Macallè, capitale tigrina.

Cosa sta succedendo in Etiopia? Come si è arrivati a un conflitto che rischia di diventare internazionale e che conta già 40mila sfollati e centinaia di morti? Il vento di guerra che imperversa nel Paese africano, ex colonia italiana e terra di missione per la Chiesa di Padova, rischia di travolgere l’interno Corno d’Africa. 

Le linee guida del Parlamento Ue: approvata risoluzione, non legislativa, che chiede di porre fine al fenomeno entro il 2030. Negli ultimi 10 anni l'aumento è del 70%, ma secondo Fondazione Abbé Pierre e Feantsa le misure di emergenza adottate durante la crisi sanitaria hanno portato a una diminuzione drastica

L'attuale sistema delle gare d'acquisto su base regionale non funziona. Servono governance centrale; programmazione - coinvolgendo anche i medici di famiglia -  e acquisto dei vaccini in tempo utile; loro distribuzione equa e razionale alle regioni sulla scorta delle necessità della popolazione. Non ha dubbi la dottoressa Tommasa Maio, responsabile area vaccini della Federazione italiana medici di medicina generale, con la quale abbiamo fatto il punto sulla situazione vaccino antinfluenzale alla luce delle difficoltà, dei ritardi e delle carenze di questi giorni in diverse regioni

Indagine dell'Osservatorio indifesa su 5.700 giovani tra i 13 e i 23 anni: l'85% ritiene che ci sia un reale allarme femminicidi e violenza contro le donne. Più della metà ha assistito a forme di violenza verbale e 1 su 4 a episodi di violenza fisica. "Attivare nelle scuole meccanismi di peer education"

Circa 3.000 morti, 9.000 feriti, 300.000 senza tetto: dietro queste cifre altrettante storie interrotte, lacerate, cambiate per sempre con il terremoto che colpì Campania, in particolar modo l'Irpinia, e Basilicata il 23 novembre 1980. I comuni danneggiati furono 280, i paesi rasi al suolo 36. Molte le diocesi coinvolte o quantomeno interessate. L’area colpita misurava 27mila chilometri quadrati, tre volte quella del sisma in Friuli nel 1976. Le parole del Papa all'Angelus di domenica 22 novembre, della Caritas Italiana e di tre vescovi le cui diocesi furono coinvolte nel dramma