Fatti

L’anno scorso era su tutte le prime pagine. Un anno dopo, mentre impazza il Covid-19, in pochi ne parlano. Ma l’Amazzonia, soprattutto in Brasile, continua a bruciare. Anche più dello scorso anno, quando la situazione già si era rivelata drammatica. A fuoco anche altre regioni di inestimabile valore naturalistico, come il Pantanal, al confine tra il Brasile e la Bolivia. Le testimonianze raccolte direttamente dal Sir evidenziano uno scenario sempre più allarmante.

La notizia che il premier Boris Johnson parlerà alla nazione, domani sera, come è capitato alla fine dello scorso marzo, con l’avvio del lockdown, occupa le prime pagine dei giornali britannici questa mattina. Secondo il “Daily Telegraph”, quotidiano vicino al partito conservatore, Boris Johnson minaccerà di richiudere i pubs e proibire le visite di amici e parenti se i cittadini non osserveranno meglio le regole per controllare il contagio.

Dopo la devastazione del campo profughi di Moria a causa delle fiamme dolose della scorsa settimana, una parte dei migranti ha trovato sistemazione in un nuovo campo con forniture Unhcr a Kara Tepe che è stato ufficialmente presentato come provvisorio. Ma qualche dubbio sorge inevitabilmente.

Intanto, si aspetta la risposta, ancora una volta tardiva, dell'Europa.

Corsi di cucina tenuti da chef richiedenti asilo o rifugiati. Un modo per superare le barriere che impediscono loro di lavorare e integrarsi. Succede a Londra grazie a Migrateful. La fondatrice: “Il cambiamento c'è anche per i partecipanti: si abbattono pregiudizi e stereotipi”

Assediato da ormai 40 giorni di proteste popolari, il presidente Lukashenko ha convocato giovedì i suoi fedelissimi ed ha annunciato la volontà di chiudere le frontiere della Bielorussia con Polonia e Lituania e di mettere l’esercito a controllo del confine con l’Ucraina. “Siamo di fronte – spiega al Sir Aldo Ferrari – non tanto ad una minaccia di aggressione militare quanto a segnali che evidenziano un fatto: Lukashenko si sente minacciato dall’esterno”. E riguardo alla missione diplomatica della Santa Sede, l’esperto osserva: “Per avere esito positivo, qualsiasi azione si voglia promuovere, questa deve avvenire all’interno di un processo di pacificazione nazionale che comprenda dentro tutti”

Domenica 20 e lunedì 21 settembre gli italiani saranno chiamati ad esprimersi nel referendum costituzionale riguardante la riforma approvata in via definitiva alla Camera ad ampia maggioranza l’ottobre scorso, quando tutte le forze politiche, ad esclusione di alcune componenti del gruppo Misto, votarono a favore. La “sforbiciata” complessiva di deputati e senatori sarebbe pari al 36,51% (345 in meno di quelli odierni)