Afghanistan, razzi a ridosso del palazzo presidenziale. L’intervento di Emergency

Sei i feriti, i più gravi già in sala operatoria. L’organizzazione evidenzia come la recrudescenza dei combattimenti sia testimoniata dall’aumento del numero di ammissioni al Centro chirurgico di Kabul: se a gennaio i pazienti con ferite provocate da schegge di ordigni esplosivi erano stati 51, a giugno sono saliti a 107, mentre i pazienti con ferite da proiettile sono passati da 113 a 138

Afghanistan, razzi a ridosso del palazzo presidenziale. L’intervento di Emergency

Questa mattina tre razzi hanno colpito i pressi del palazzo presidenziale di Kabul durante la cerimonia di preghiera per la festa musulmana dell’Eid a cui stavano partecipando il presidente Ashraf Ghani e altri importanti politici. “Dal nostro Centro chirurgico per vittime di guerra abbiamo sentito bene l’impatto dei razzi, dato che ci troviamo a poche centinaia di metri - racconta Marco Puntin, country director di Emergency in Afghanistan – dopo pochi minuti abbiamo ricevuto i primi sei feriti, i più gravi dei quali sono già in sala operatoria”.

Secondo fonti locali, i razzi sarebbero partiti dal Nord della città, dall’area di Parwan-e-Se e hanno colpite le aree di Bagh-e-Ali Mardan e Chaman-e-Hozori nel distretto uno e di Manabe Bashari del distretto due. “Dal primo maggio la situazione è in netto deterioramento, i combattimenti si sono intensificati in quasi tutte le province dell’Afghanistan e stiamo ricevendo molti più pazienti rispetto al normale”, continua Puntin.
Proprio la scorsa settimana, combattenti talebani hanno circondato, ad esempio, la citta di Ghazni, sulla strada principale fra le province di Kabul e Kandahar. Secondo il centro di ricerca Afghanistan Analysts network , le forze insorgenti hanno conquistato circa 200 distretti negli ultimi tre mesi, molti dei quali a partire da metà giugno e questo significherebbe che oggi controllano più di metà del Paese. I talebani hanno comunque negato  ogni coinvolgimento nell’attacco di questa mattina al palazzo presidenziale.

La recrudescenza dei combattimenti è testimoniata anche dall’aumento del numero di ammissioni al Centro chirurgico per vittime di guerra di Kabul: se a gennaio i pazienti con ferite provocate da schegge provenienti da ordigni esplosivi erano stati 51, a giugno sono saliti a 107, mentre i pazienti con ferite da proiettile sono passati da 113 a 138.
Sull’aumento delle violenze è emblematica la storia di J., un contadino trentottenne proveniente dalle campagne della provincia del Logar, a sud di Kabul. A mezzogiorno del 26 giugno, mentre rientrava a casa per pranzo, un ordigno esplosivo improvvisato è detonato vicino alla sua macchina. Suo fratello maggiore lo ha caricato sulle spalle e portato alla clinica più vicina. Dopo aver ricevuto le prime cure, è stato immediatamente trasportato all’ospedale di Emergency di Kabul. A causa delle lesioni, la gamba destra ha dovuto essere amputata.
“Negli ultimi 20 anni nel mio villaggio non ci sono stati incidenti come questo, mentre nell’ultimo mese sono esplose tre bombe e cinque persone sono morte. Alcuni dei miei amici sono scappati con le loro famiglie, altri hanno deciso di rimanere nel villaggio”, racconta J.
Purtroppo, le prospettive di un cessate il fuoco sono al momento scarse. “L’ultimo incontro fra le delegazioni dei talebani e del governo a Doha non ha discusso di una immediata tregua e i nostri tre ospedali stanno ormai lavorando giorno e notte in quanto il numero di pazienti è in aumento in tutto il Paese, soprattutto nella zona di Lashkar-gah, dove la situazione sta deteriorando notevolmente. Dopo quasi 30 anni di guerra ininterrotta, l’unico desiderio del popolo afgano è di avere finalmente un po’ di pace ed è terrorizzata dalla prospettiva di ricadere in una nuova guerra civile. Speriamo dunque che i negoziati siano in grado di produrre qualcosa di significativo nelle prossime settimane”, conclude Puntin.

Emergency è presente in Afghanistan dal 1999 con due Centri chirurgici per vittime di guerra nelle località di Kabul e Lashkar-gah, un Centro chirurgico e pediatrico, un Centro di maternità ad Anabah, nella Valle del Panshir, e una rete di 44 Posti di primo soccorso. Nei primi quattro mesi del 2021, i suoi ospedali hanno già ricoverato 1853 pazienti vittime di guerra. Si tratta di un aumento del 202% rispetto al 2011, quando la guerra era in corso da 10 anni.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)