Aiuto allo sviluppo. Quanto spendiamo per i rifugiati?

In un approfondimento Openpolis spiega cos’è il capitolo di spesa "rifugiati nel paese donatore" nei fondi Aps. Negli anni c’è stata una continua riduzione: nel 2020 la quota è del 5,47%

Aiuto allo sviluppo. Quanto spendiamo per i rifugiati?

Quanto dei fondi per l’aiuto pubblico finisce nella voce rifugiati? Il tema è al centro di un approfondimento di Openpolis. La voce "rifugiati nel paese donatore" è uno specifico capitolo di spesa all’interno della rendicontazione ufficiale sull'uso dei fondi di aiuto pubblico allo sviluppo (Aps). In questo capitolo, principale componente del cosiddetto "aiuto gonfiato", rientrano le spese sostenute per gestire le richieste di asilo o protezione internazionale e le persone che ottengono lo status di rifugiato. Negli anni la crescita di questa voce di spesa è stata evidente, in particolare nei paesi più interessati dai fenomeni migratori come l'Italia. A partire dal 2017, però, questa quota è diminuita, con un calo decisamente più marcato dopo il 2018. Numeri influenzati anche dalla riduzione degli sbarchi di richiedenti asilo e migranti sulle coste italiane.

Nel 2020 la quota destinata a questo capitolo dall’Italia è il 5,47%. “La riduzione della voce sui rifugiati nel paese donatore verificatasi negli ultimi anni non è di per sé una cattiva notizia, considerando anche che la decisione di contabilizzarla all'interno dell'Aps è stata spesso contestata da più parti. Tuttavia, per evitare che questo calo produca una riduzione complessiva dell'Aps, è necessario che i governi decidano di investire di più in altri settori della cooperazione. Favorendo la crescita dei fondi destinati all'aiuto genuino, ossia quelle risorse effettivamente usate per progetti di cooperazione e sviluppo nei paesi destinatari delle donazioni” spiega Openpolis. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)