Altre vittime in mare morte di stenti. Perego (Migrantes): “Il Mediterraneo è un cimitero”

Il presidente della Fondazione Migrantes chiede un’azione congiunta tra le navi di soccorso delle ong e le navi e gli aerei militari dei Paesi europei e un’azione europea in Libia per prevedere canali umanitari e legali

Altre vittime in mare morte di stenti. Perego (Migrantes): “Il Mediterraneo è un cimitero”

“Il Mediterraneo torna ad essere una tomba, un cimitero, questa volta di due bambini in fuga annegati, insieme a un giovane e a due adulti. Erano siriani e nessuno può negare che avevano diritto alla protezione internazionale”. Lo afferma in una nota il presidente della Fondazione Migrantes, monsignor Giancarlo Perego. 

Il riferimento è alle ultime vittime del mare, 6 profughi tra cui due bambini di uno e due anni, un dodicenne e una signora anziana. L’imbarcazione su cui viaggiavano era partita dalla Turchia ed è arrivata a Pozzallo dopo aver vagato per dieci giorni in mare. Secondo le prime testimonianze le vittime sarebbero morte di stenti, di fame e sete. 

“Non sappiamo ancora se esiste un legame familiare tra queste persone. Immagini drammatiche che chiedono un rinnovato impegno e non un blocco delle azioni di salvataggio in mare; chiedono un’azione congiunta tra le navi di soccorso delle ong e le navi e gli aerei militari dei Paesi europei; chiedono un’azione europea in Libia per prevedere canali umanitari e legali per chi abbia diritto a una forma di protezione internazionale - sottolinea Perego -. Troppe parole si spendono mentre troppi morti si accumulano in fondo al mare. La Fondazione Migrantes auspica da subito un permesso di protezione internazionale per i 26 sopravvissuti; un rinnovato impegno politico e civile a favore di chi chiede e ha diritto a una protezione internazionale, perché questo diritto non finisca in fondo al mare, negato, con nuove vittime innocenti. Una democrazia non può accettare che diritti fondamentali, come il diritto d’asilo, siano calpestati e ignorati”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)