Carcere, 38 suicidi dall’inizio dell’anno. “Lo Stato ha rinunciato ai suoi doveri”

La presa di posizione del Sindacato polizia penitenziaria. Di Giacomo: “Nove suicidi solo nei penitenziari lombardi. Si acceleri l’iter attuativo del Piano di prevenzione della regione Lombardia, che contiene aspetti decisamente importanti”

Carcere, 38 suicidi dall’inizio dell’anno. “Lo Stato ha rinunciato ai suoi doveri”

“E’ l’estate dei suicidi in carcere: con il suicidio di Michael Mangano, 33 anni, che si è tolto la vita nella notte nel carcere di Pavia (avrebbe utilizzato un sacchetto di plastica), il trentottesimo suicidio dall’inizio dell’anno, salgono a nove quelli avvenuti in penitenziari lombardi, (2 a Monza, a Milano San Vittore e a Pavia, 1 rispettivamente a Como, Milano Opera, Sondrio)”. Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo, che sottolinea come l’estate si confermi “stagione problematica da gestire nelle carceri, mentre si è in attesa dell’avvio del piano di prevenzione della Regione Lombardia che contiene aspetti decisamente importanti come un programma individualizzato di presa in carico congiunta nel quale saranno indicati ulteriori interventi integrati degli operatori sanitari, di sostegno e di sorveglianza, secondo le necessità determinate dalle problematiche rilevate. Significativa, inoltre, la costituzione di uno staff multidisciplinare composto da rappresentanti del personale penitenziario e sanitario. Piuttosto come dimostra l’emergenza suicidi – dice Di Giacomo – si acceleri l’iter attuativo del piano”.

Continua Di Giacomo: “Come sostengono gli esperti, la pandemia se in generale ha accentuato situazioni di disagio mentale, apprensione ed ansia, ha avuto e continua ad avere ripercussioni ancora più gravi nelle carceri dove il personale di sostegno psicologico come quello sanitario in generale ha numeri ridotti e non riesce a far fronte all’assistenza, ancor più necessaria negli ultimi due anni di Covid. Come sindacato è da tempo che abbiamo proposto l’istituzione di Sportelli di sostegno psicologico, tanto più contando su almeno 3 mila laureati in psicologia che nel nostro Paese non lavorano con continuità”. “Come per il personale penitenziario che continua a dare prova di impegno civico è sicuramente utile attivare corsi di formazione ed aggiornamento per essere maggiormente preparati ad affrontare casi di autolesionismo e suicidio, oltre naturalmente a provvedere rapidamente all’atteso potenziamento degli organici”.

“Uno Stato che non riesce a garantire la sicurezza del personale e dei detenuti testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici. L’incapacità – continua Di Giacomo – è ancora più irresponsabile in questa nuova fase di diffusione della pandemia. Una realtà che segna un trend di contagi in forte aumento in questa estate destinato dunque ad avere conseguenze impattanti e ad aggravare la situazione già di eccezionale emergenza della gestione delle carceri. Sminuire o nascondere la verità – conclude – può solo portare ad un’ulteriore sottovalutazione e a complicare le problematiche esistenti per la salute della popolazione carceraria e di chi lavora”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)