“Caro Babbo Natale, vorrei un ascensore”: la lettera “collettiva” delle famiglie con disabilità

Lettera a 12 mani di ragazzi con disabilità e dei loro genitori: a Babbo Natale chiedono identità, casa, conoscenza, coraggio, e un Dopo di noi rassicurante, “per non essere in ansia anche nell'aldilà”

“Caro Babbo Natale, vorrei un ascensore”: la lettera “collettiva” delle famiglie con disabilità

ROMA – Piccoli desideri o grandi rivoluzioni, cambi di prospettiva o veri e propri miracoli: tante sono le richieste espresse da alcuni ragazzi con disabilità e alcuni dei loro genitori nella “lettera collettiva” a Babbo Natale che Redattore sociale ha chiesto loro di comporre. Desideri che riflettono i bisogni, le preoccupazioni ma anche la semplicità di chi non chiede di sbarazzarsi della propria condizione, ma spera di poterla domani vivere con più serenità e minor fatica. 

“Caro Babbo Natale, sono Davide. Ti scrive la mia mamma, io non so parlare né scrivere, però lei che mi conosce bene sa i miei desideri e sa quale regalo vorrei tanto da te . Con i miei 21 anni, io vorrei mantenere la mia identità, la voglia di vivere, di sorridere non solo in casa mia ma anche fuori casa. Vorrei svegliarmi tutti i giorni , sorridere ai miei familiari, abbracciarli e poi salutarli per uscire di casa ed avere un programma di cose da fare, come tutti i ragazzi della mia età, fuori casa, con l'aiuto di cui ho bisogno. Non chiedo tanto: chiedo solo di essere Davide e continuare a vivere”. 

Sono Gabriele e per regalo ti chiedo solo due cose: la prima è di tornare a casa , da mamma, papà, i miei fratelli e tutti i miei parenti e amici. Questa casa nuova in cui oggi mi trovo (una struttura residenziale di riabilitazione, ndr) è bella e anche le persone che ci sono: ma io sono di Roma e vorrei tanto poter vivere nella mia città , nel mio quartiere, con la mia famiglia. La seconda cosa che ti chiedo è un aiuto alla mia famiglia, perché lei possa aiutare me: il loro amore per me è tanto ma non basta, ho bisogno di persone capaci ed esperte che possano aiutarmi a vivere e a convivere con la mia condizione di vita, fatta di disagi e brutti pensieri”. 

“Trasforma gli 'abili' in 'disabili', solo per tre giorni: e vedrai che vinceranno tutte le nostre battaglie!” 

“Vorrei un amico col quale giocare e fare tante cose belle e divertenti” 

“Ci aiuteresti a fare una rivoluzione sana, in cui la diversità diventi una ricchezza ricercata, un valore da tutelare e al centro la persona , non la cura? Per regalo. potresti portarci una legge che tuteli le famiglie, perché non si sentano più sole e abbandonate?”. 

“Vorrei che quando non ci sarò più, mio figlio riceva da chi lo dovrà accudire lo stesso amore, cure ed attenzioni finora ricevute ed incontri nel suo percorso di vita persone oneste, attente ed amorevoli”. 

“Vorrei che mia mamma potesse avere del tempo per lei, per potersi divertire oppure per poter lavorare”. 

“Vorrei che tutto ciò che insegniamo ai nostri figli speciali, servisse davvero per il loro futuro”. 

“Vorrei che, prima che io me ne vada, riuscisse a funzionare alla perfezione il dopo di noi, per non essere in ansia anche nell'aldilà!” 

“Vorrei per mia figlia una casa con un ascensore grande, oppure al pian terreno, per poterla far uscire più spesso”. 

“Come mamma, vorrei dedicare le mie energie per accudire mio figlio e la mia famiglia, non per rincorrere la burocrazia”. 

“Caro Babbo Natale, volgi lo sguardo e porta amore, salute e prosperità a noi ed al mondo intero. Fa che l'integrazione sia di norma, che il dopo di noi sia una realtà da domani, che il caregiver sia riconosciuto, che i diritti per i più deboli non siano negati e che tutti noi possiamo vivere nel mondo che desideriamo, a portata di tutti”. (cl)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)