Caso Cospito. “Rischio morte drammatico” le organizzazioni scrivono a Nordio

A Buon diritto, Amnesty International e Antigone chiedono la revoca immediata del regime di detenzione speciale del 41-bis. “ La pena, secondo il dettame costituzionale, non deve mai essere contraria al senso di umanità”

Caso Cospito. “Rischio morte drammatico” le organizzazioni scrivono a Nordio

“La possibilità della morte di Cospito in custodia dello Stato è drammatica, soprattutto alla luce delle condizioni detentive a cui è attualmente sottoposto, che prevedono isolamento prolungato ed escludono ogni contatto umano significativo. La pena, secondo il dettame costituzionale, non deve mai essere contraria al senso di umanità”. Lo scrivono in una lettera indirizzata al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, le organizzazioni A Buon diritto, Amnesty international e Antigone. E chiedono la revoca immediata del regime di detenzione speciale del 41-bis applicato nei confronti di Alfredo Cospito.

Nella missiva al Guardasigilli le tre orgazzazioni esprimono forte preoccupazione per la vita dell'anarchico, in sciopero della fame ormai dal 20 ottobre 2022 per protestare contro il regime speciale del 41-bis a cui è sottoposto continuativamente dal maggio 2022.  Nonostante il trasferimento dal carcere di Bancali, a Sassari, presso quello di Opera, a Milano, in cui è presente un centro clinico per i detenuti per interventi medici di urgenza in caso di bisogno, le tre organizzazioni “riscontrano con preoccupazione la permanenza di Cospito nel regime di detenzione speciale ex art. 41-bis e il pericolo ormai gravissimo per la sua salute”.

Chi è Alfredo Cospito

Accusato di essere l' ideatore e l'esecutore di diversi attentati, Alfredo Cospito è un componente della Fai-Fri (Federazione anarchica informale – Fronte rivoluzionario internazionale). Nel giugno del 2006 ha posizionato due ordigni a basso potenziale davanti alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano. Sono esplosi senza causare vittime. Nel maggio del 2012 a Genova si è reso colpevole del ferimento a una gamba dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Il Tribunale di Genova, riconoscendo le finalità terroristiche, lo ha condannato a 10 anni e 8 mesi. A settembre 2012 è entrato in carcere, prima a Ferrara poi a luglio 2021 è stato trasferito a Terni, sempre in regime di alta sicurezza.

Per l'attentato alla Scuola Allievi Carabinieri, invece, sia in primo che secondo grado il Tribunale di Torino ha condannato Alfredo Cospito a 20 anni di detenzione per il reato di strage, inteso come delitto contro la pubblica incolumità (art. 422 Codice penale). Nel maggio del 2022, il Ministro della Giustizia ha disposto quindi nei confronti di Alfredo Cospito un provvedimento di applicazione del regime speciale ex art. 41 bis dell’Ordinamento penitenziario. Cospito è, infatti, considerato appartenente a un’associazione terroristica e il provvedimento speciale è teso a limitare i contatti e la corrispondenza. Così il detenuto viene trasferito nella Casa Circondariale di Sassari Bancali. Due mesi dopo, nel luglio del 2022, la Corte di Cassazione rinvia il processo alla Corte d’Assise d’Appello di Torino. “I giudici di legittimità hanno accolto la richiesta del procuratore generale di riconsiderare il reato di Alfredo Cospito, da strage comune a strage politica – spiega Antigone - Viene così modificato il capo d’imputazione nel ben più grave delitto di strage volta “ad attentare alla sicurezza dello Stato” (art. 285 cp), per il quale è previsto l’ergastolo con regime di ostatività. Quella della strage contro la sicurezza dello Stato è una fattispecie che non venne contestata nemmeno agli autori della strage di Piazza Fontana o degli attacchi che uccisero i giudici Falcone e Borsellino”.

Alfredo Cospito ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro l'ergastolo ostativo e il regime di 41 bis nell'ottobre del 2022. In questi quatro mesi ha perso 40 chili. Nel frattempo, nell’udienza del 5 dicembre del 2022 dinanzi la Corte d’Assise d’Appello di Torino, il suo avvocato ha sollevato la questione di costituzionalità in relazione al quarto comma dell’art. 69 del Codice penale, che non consente che a soggetti recidivi vengano riconosciute circostanze attenuanti prevalenti sulle aggravanti. Il ricorso è stato accolto, il processo è stato sospeso e gli atti sono stati inviati alla Corte Costituzionale. L'udienza in Cassazione per decidere sulla revoca del regime di 41 bis è prevista per il 7 marzo 2023. Una data che “rischia di essere troppo lontana. Considerate le condizioni di Alfredo Cospito l’attesa potrebbe essergli fatale – sottolinea Antigone, che è intervenuta sul caso con un amicus curiae per sostenere le ragioni del giudice di merito e a sostegno del principio di proporzionalità e ragionevolezza nella pena. “La pena dell'ergastolo senza speranza è sempre inaccettabile ed è stigmatizzata anche dalla Corte Costituzionale – conclude l'associazione -. Uno Stato forte e autorevole deve avere capacità di ascolto e di rivedere le sue decisioni. La revoca del regime di 41 bis, secondo comma, nei confronti di Alfredo Cospito è urgente e necessaria per salvare una vita e per far sì che la pena, nel suo caso, non sia in contrasto con la finalità costituzionale”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)