Caso Zaky, “il richiamo a Roma dell’ambasciatore? Un’opzione da considerare”

Erasmo Palazzotto, presidente della Commissione d’inchiesta sull’omicidio Regeni, prende posizione sulle relazioni tra Roma e Il Cairo: “Dobbiamo modulare i nostri rapporti con il governo di Al-Sisi: non possiamo ignorare il drammatico quadro di deterioramento dei diritti umani che sta avvenendo in Egitto”

Caso Zaky, “il richiamo a Roma dell’ambasciatore? Un’opzione da considerare”

“Nella costruzione delle proprie relazioni diplomatiche, economiche e politiche, l’Italia non può ignorare il drammatico quadro di deterioramento dei diritti umani in Egitto, di cui il caso di Patrick è emblematico”. A quasi quattro mesi dall’incarcerazione di Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato lo scorso 7 febbraio al Cairo con l’accusa di terrorismo, prende posizione Erasmo Palazzotto, deputato di Leu e presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. Il 1 giugno era attesa l’udienza per il rinnovo della detenzione preventiva di Zaky, che invece – dopo una lunga serie di rinvii – è stata prolungata in automatico, senza che fosse data alcuna comunicazione all’avvocato. E così il timore è che la pandemia venga usata come pretesto per allungare l’incarcerazione a oltranza. 

Viste queste premesse, Palazzotto mostra qualche perplessità rispetto al normale prosieguo dei rapporti tra Roma e Il Cairo: “Dobbiamo modulare le nostre relazioni sulla base di quanto il governo di Al-Sisi sarà disposto a concedere sul rispetto dei diritti umani, oltre che sulla cooperazione per assicurare alla giustizia i responsabili dell’omicidio Regeni. L’abuso della detenzione preventiva è una costante in Egitto: ci sono casi che si sono protratti anche oltre la condanna effettivamente ricevuta alla fine del processo. La detenzione di Patrick si sta prolungando in maniera allarmante: se non si interrompe il sistema di rinnovo automatico, c’è il rischio concreto che possa continuare a oltranza”. 

E mentre la scorsa settimana la Regione Emilia-Romagna ha sospeso per protesta gli accordi di educazione e formazione con l’Egitto, nel frattempo la Commissione parlamentare sulla morte di Giulio Regeni sta continuando a seguire da vicino il caso Zaky, chiedendo al governo di attivarsi per il suo rilascio immediato, permettendogli di tornare in Italia per ultimare i suoi studi. “L’ambasciatore italiano al Cairo potrebbe chiedere di andare a visitare Patrick in carcere, e questa richiesta potrebbe essere supportata da un’attività diplomatica del governo italiano – spiega Palazzotto –. È chiaro però che, se non arrivano segnali significativi di collaborazione da parte dell’Egitto, il richiamo a Roma dell’ambasciatore è un’opzione che non può non essere presa in considerazione. È evidente il legame stretto che intercorre tra la storia di Patrick e quella di Giulio Regeni: entrambi rappresentano una minaccia per un regime che teme la cultura e la conoscenza come strumenti di libertà. Un Paese come l’Italia non può continuare a chiudere gli occhi su quello che sta accadendo dall'altra parte del Mediterraneo”.

Nel frattempo, Amnesty International denuncia che all’interno del carcere del Cairo di Tora, dov’è rinchiuso Zaky, ci sono stati i primi casi accertati di contagio da Covid-19 e anche il primo decesso: la vittima è l’agente di polizia penitenziaria Sayed Ahmed Hegazy. Per l’Eid durante la pandemia sarebbero già stati scarcerati 3 mila detenuti, tra cui ladri e un assassino, ma non Patrick e gli altri prigionieri politici del regime di Al-Sisi. Per lo studente, la situazione è ancora più critica dal momento che soffre di asma. “Sappiamo che nelle carceri egiziane muoiono ogni anno centinaia di persone per il livello delle condizioni igienico sanitarie e per mancanza di cure mediche – conclude Palazzotto –. In un contesto come questo e nel pieno della pandemia, tenere in una prigione una persona asmatica come Patrick significa potenzialmente condannarlo a morte”.

Alice Facchini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)