Cocaina, record di sequestri nel 2020: +62% in un anno

Relazione 2021 dei servizi antidroga: 58,8 tonnellate di stupefacenti sequestrate (+7,41% rispetto al 2019) e circa 32 mila denunce. La cannabis, nonostante un "rilevante ridimensionamento" dei quantitativi, rimane lo stupefacente più sequestrato. Lamorgese: "Grande sforzo operativo". Rizzi: "'Ndrangheta, player mondiale del narcotraffico"

Cocaina, record di sequestri nel 2020: +62% in un anno

Nel 2020 sono aumentati del 7% i sequestri di sostanze stupefacenti. Lo ricorda il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ringraziando tutte le Forze di polizia nel messaggio inviato in occasione della presentazione, questa mattina a Roma, della relazione annuale 202 1 della Direzione centrale per i Servizi antidroga (Dcsa). “Il bilancio di un anno di attività testimonia il grande sforzo operativo e l'intensa azione di prevenzione e investigativa svolta su tutto il territorio nazionale", ha sottolineato il  ministro ribadendo che "la lotta al narcotraffico rappresenta una priorità a tutela delle giovani generazioni, della legalità e della sicurezza, per contrastare le organizzazioni criminali che alimentano le piazze di spaccio e accumulano ingenti patrimoni illeciti".

Dopo un iniziale rallentamento dovuto al lockdown per Covid-19, si è registrata "una veloce ripresa del traffico di droghe, che ha incontrato però una risposta immediata ed efficace da parte delle Forze di polizia, con circa 23 mila operazioni antidroga coordinate e supportate dalla Dcsa e 58,8 tonnellate di stupefacenti sequestrate (+7,41% rispetto al 2019), il tutto a fronte di circa 32mila denunce". 

"Nell'ambito dei sequestri spiccano quelli di cocaina, che nel 2020 hanno raggiunto il picco finora più alto in assoluto con 13,4 tonnellate, circa la metà delle quali sequestrate nel porto calabrese di Gioia Tauro. - si legge in una nota - Si tratta del 62,29% in più rispetto al 2019, anno che a livello nazionale aveva già fatto registrare un considerevole aumento dei sequestri. Dagli elementi emersi l’Italia appare come punto di snodo per la penisola balcanica, dove operano gruppi criminali organizzati che hanno oggi un ruolo di primo piano nel narcotraffico, attraverso importanti “joint venture” con i cartelli sudamericani, anche se rimane confermata l'egemonia della 'ndrangheta nel traffico internazionale di cocaina".

Molto sopra la media anche l’aumento dei sequestri di droghe sintetiche, sebbene legato a un’unica operazione avvenuta nel porto di Salerno, con oltre 14 tonnellate di amfetamina destinata ai mercati esteri, precisa la nota. "A livello nazionale il consumo di questo tipo di stupefacenti, anche se non comparabile con quello delle droghe tradizionali, è in crescita tra i giovani. - si legge - L'acquisto, in particolare durante il lockdown, avviene nelle piazze digitali di spaccio, il web e i social, con la consegna a domicilio anche attraverso stratagemmi come i travestimenti da rider."

"Gli strumenti digitali sono stati utilizzati durante l'emergenza sanitaria anche per reperire le droghe tradizionali", spiegano gli osservatori. Tra queste la cannabis, nonostante un rilevante ridimensionamento dei quantitativi individuati, rimane lo stupefacente più sequestrato in assoluto con 29,6 tonnellate, oltre a 414.396 piante, segno di una domanda crescente. Stabile, invece, rispetto alla media degli ultimi cinque anni, anche se in calo rispetto al 2019, il numero dei sequestri di eroina, circa mezza tonnellata.

Il panorama internazionale

La Colombia, che ha porti affacciati sia sul Pacifico che sull'Atlantico, importanti reti di trasporto e distribuzione verso America settentrionale ed Europa, la Spagna, per la sua vicinanza all'Africa, e perciò paese di ingresso della maggior parte della cocaina che entra in Europa, e la Turchia, per la sua posizione strategica anche rispetto al corridoio balcanico, che rifornisce i mercati europei, sono i principali snodi del traffico internazionale di stupefacenti, come hanno testimoniato gli esperti per la sicurezza: il colonnello della Guardia di Finanza Andrea Canale (Colombia), il colonnello dell'Arma dei Carabinieri Umberto Zuliani (Spagna) e il vicequestore della Polizia di Stato Simone Pioletti (Turchia).

Collocati nelle aree strategiche del narcotraffico, gli esperti operano sia per garantire i flussi informativi che per promuovere iniziative di cooperazione con i Paesi di produzione e transito. Prosegue, infatti, la collaborazione della Dcsa con organismi e Paesi europei ed extraeuropei, attraverso la promozione di memorandum operativi antidroga (MOA) e protocolli tecnici su operazioni speciali. Importante la prosecuzione, nel 2020, dei progetti “Icarus” ed “Hermes” finalizzati rispettivamente alla prevenzione antidroga e alla riduzione di domanda e offerta, nati dalla collaborazione con il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Dal quadro generale nazionale e internazionale emerge il ruolo sempre più strategico della rete della cooperazione internazionale di polizia "come arma necessaria per combattere il narcotraffico", ha sottolineato il vicecapo della Polizia Rizzi, riportando l'attenzione in chiusura sia sull'incidenza della pandemia sul 2020, come testimonia anche il dato delle morti per overdose - in diminuzione (308 a fronte di 374) ma che mostrano un aumento di quelle per metadone - che sul ruolo centrale della cooperazione internazionale di polizia. La minaccia è globale, e la rete dei 69 paesi attualmente coperta dall'Italia, con 65 referenti in tutti i continenti, è in grado di rimodularsi continuamente nel contrastare con efficacia le minacce del narcotraffico, con le operazioni sotto copertura e attraverso le campagne di sorvolo, ha proseguito il prefetto Rizzi ricordando quella che deve essere la parola chiave: "attacco globale alla 'ndrangheta, player mondiale del narcotraffico".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)