Colombia. Processo Uribe, s'indaga sulle connessioni tra stato e paramilitari

Frode, corruzione e manomissione di testimoni le accuse all’ex presidente colombiano Alvaro Uribe. Le indagine potrebbe arrivare a chiarire i legami tra gli omicidi commessi dai paramilitari e i più alti apparati dello Stato

Colombia. Processo Uribe, s'indaga sulle connessioni tra stato e paramilitari

L’arresto dell’ex presidente colombiano Alvaro Uribe dello scorso 4 agosto non è solo una notizia di cronaca giudiziaria. Le indagini, infatti, potrebbero arrivare a chiarire una volta per tutte le connessioni tra gli omicidi commessi dai paramilitari e i più alti apparati dello Stato.

Le accuse che hanno portato alla detenzione domiciliare preventiva dell’ex presidente della Colombia sono frode, corruzione e manomissione di testimoni. Uribe, sostiene l’accusa, potrebbe aver spinto l’ex paramilitare Juan Guillermo Monsalve a ritirare una dichiarazione che lo collegava ai paramilitari. Ma i reati di cui potrebbe essere chiamato a rispondere in un secondo momento, sostengono diversi analisti, sono molto più gravi: connessioni con stragi e narcotraffico internazionale.

I paramilitari sono gruppi armati di estrema destra che si sono macchiati di efferati delitti, compresi omicidi, rapimenti, stragi, traffico di droga, esproprio di terre, attentati, estorsione. Nacquero come reazione violenta alla guerriglia marxista degli anni Sessanta, anche per volontà degli Stati Uniti, ossessionati in quel periodo dal contrasto al comunismo. I paramilitari rappresentano ancora una delle più importanti forze armate in Colombia.

Le vittime. Un documento redatto dall’Osservatorio di memoria e conflitto del Centro nazionale di memoria storica ha calcolato che quasi 95mila persone sono state uccise dai paramilitari tra il ’58 e il 2018, contro le meno di 36 mila vittime della guerriglia. Il rimedio trovato, dunque, ha fatto più morti di quanti siano stati causati dal problema che era stato chiamato a risolvere.

L’accordo di pace firmato quattro anni fa non è riuscito nel suo intento: stando a un report dell’ong Nrc, metà dei contadini colombiani vive in zone in cui gli scontri sono ancora in corso. Secondo l’attivista Andrés Chica, in diverse aree rurali “i paramilitari controllano tutto. A partire dai problemi familiari fino ai permessi per aprire un’attività commerciale”. Si tratta di gruppi, infatti, che hanno potere anche sul commercio locale, arrivando a riscuotere un vero e proprio pizzo.

I “falsi positivi” sono un grave scandalo che aveva già macchiato duramente la presidenza Uribe nel 2008: si è scoperto che molti gruppi dell’esercito avevano ucciso diversi civili per poterli spacciare come combattenti delle Farc e, in questo modo, dimostrare agli elettori i passi avanti fatti nel contrasto alla guerriglia. La conferma è arrivata anche da un documento della Cia, che prova connessioni tra esercito e paramilitari.

L’articolo integrale di Isabella De Silvestro, Colombia: legami tra paramilitari e Stato sullo sfondo del processo a Uribe, può essere letto su Osservatorio Diritti. Foto Center for American Progress (via 

President Alvero Uribe
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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)