Commissione Ue: “i conti non tornano”. Richiamo all’Italia su reddito di cittadinanza e Quota 100

La Commissione europea fa il punto su conti pubblici e politiche economiche degli Stati membri. "Squilibri eccessivi" per Italia, Grecia e Cipro. Le maggiori obiezioni a Roma sui due provvedimenti-simbolo del governo Lega-Cinque Stelle. A stretto giro arriva la replica del premier Conte. In Europa la crescita continua, la disoccupazione è ai livelli pre-crisi (anche se troppi giovani non hanno lavoro), ma gli scenari internazionali - Brexit, protezionismo - mettono a rischio anche i Paesi più virtuosi

Commissione Ue: “i conti non tornano”. Richiamo all’Italia su reddito di cittadinanza e Quota 100

Ancora una volta sotto esame. In compagnia di Grecia e Cipro che, come l’Italia, “presentano squilibri eccessivi”. È il verdetto emesso oggi dalla Commissione europea che ha pubblicato i Country Report nell’ambito della procedura del “Semestre europeo”. Lo scorso novembre l’esecutivo aveva avviato esami su 13 Stati membri “per accertare l’eventuale presenza di squilibri macroeconomici e valutarne l’entità”. La Commissione conclude che i 13 Stati “presentano tutti squilibri o squilibri eccessivi, ma che in alcuni casi l’entità degli squilibri è diminuita”. I risultati degli esami sono così riassunti: Bulgaria, Germania, Spagna, Francia, Croazia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia presentano “squilibri economici”; per Italia, Grecia e Cipro, appunto, si parla di “squilibri eccessivi”. Dunque la situazione a Roma, Atene e Nicosia è particolarmente preoccupante.

In fondo alla classifica. Impietosa l’analisi della situazione italiana tratteggiata dai commissari Dombrovskis, Moscovici e Thyssen: il debito elevato, la scarsa capacità di crescita del sistema produttivo, il Pil a livello vicino allo zero (0,2%), la scarsa produttività e alcune riforme ritenute controproducenti mettono l’Italia in fondo alla classifica europea e ne fanno una minaccia per l’Eurozona (“rischi di rilevanza transnazionale”). L’Italia, ha dichiarato Pierre Moscovici, “deve migliorare le sue finanze pubbliche, l’efficienza della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, rafforzare il sistema finanziario”. Le obiezioni sollevate dalla Commissione Ue toccano i conti pubblici, nonché le politiche economiche del governo Lega-M5S.

La replica del governo. Sul reddito di cittadinanza l’esecutivo Ue afferma che “il costo sembra molto elevato, lo 0,45% del Pil, per l’Italia è molto e occorre verificarne la sostenibilità”. Sulla riforma delle pensioni: “la manovra 2019 include misure che rovesciano elementi di importanti riforme realizzate in precedenza, in particolare sulle pensioni”. Meglio, forse, la riforma Fornero? Bruxelles richiama l’Italia sui due provvedimenti-simbolo del governo giallo-verde. Il Country Report dedicato all’Italia sostiene che la recente legge di bilancio del governo Conte non favorisce lo sviluppo economico nazionale, mentre continuerà a crescere il debito pubblico. Inoltre le “politiche del lavoro italiane rimangono deboli” a fronte di una elevata disoccupazione, tra le più alte in Europa. Una nuova revisione dei conti dell’Italia è già annunciata per la prossima primavera. Da Roma giunge fino a Bruxelles la voce, piuttosto contrariata, del premier italiano, Giuseppe Conte: “Il rapporto dell’Ue contiene stime di crescita che sottovalutano l’impatto delle misure economiche che abbiamo varato e che avranno effetti nei prossimi mesi”.

Scenari incerti. Gli scenari internazionali “incerti”, le “tensioni” nel commercio internazionale (compreso il neo protezionismo statunitense), il Brexit, l’entità del debito italiano sono, ad oggi, tra i pericoli che la Commissione sottolinea per quanto riguarda il futuro economico. Nella sua valutazione annuale della situazione economica e sociale negli Stati membri, la Commissione insiste sulla “necessità di promuovere gli investimenti, portare avanti politiche di bilancio responsabili e attuare riforme ben congegnate”. La valutazione della situazione dei singoli Paesi Ue è effettuata “sullo sfondo di un’economia europea che nel 2019 dovrebbe crescere per il settimo anno consecutivo, ma a un ritmo più moderato”. L’occupazione, spiegano gli esperti della Commissione, “ha raggiunto livelli record e la disoccupazione registra un tasso storicamente basso”. Anche le finanze pubbliche sono ritenute “globalmente migliorate, sebbene il debito di alcuni Paesi sia ancora elevato”.

Sostenere le famiglie. Tra i problemi posti in evidenza vi sono, su scala europea, e “con notevoli differenze tra Paese e Paese”, “livelli di produttività modesti, l’invecchiamento della popolazione che si accentua, i rapidi mutamenti tecnologici che hanno un’incidenza considerevole sui mercati del lavoro”. In alcuni Stati membri “il reddito reale delle famiglie è ancora inferiore ai livelli pre-crisi”. Inoltre, “pur essendo stata notevolmente ridotta, la disoccupazione giovanile, resta a livelli inaccettabilmente elevati in certi Stati membri”, in particolare Grecia, Spagna e Italia. Vista la maggiore incertezza che caratterizza il contesto mondiale, gli Stati membri dell’Ue “devono – è il messaggio finale – assolutamente intensificare l’azione per aumentare la produttività, migliorare la resilienza delle economie nazionali e garantire che la crescita economica produca effetti positivi per tutti i cittadini”.

“Cambiare marcia”. Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha commentato: “L’economia europea vive attualmente il settimo anno consecutivo di espansione economica, ma la crescita sta rallentando. Per mantenere lo slancio anche in futuro saranno necessari un livello elevato di competitività e una convergenza costante verso l’alto. Per realizzare pienamente il potenziale di crescita delle nostre economie abbiamo bisogno di riforme strutturali. Servono inoltre investimenti mirati per sostenere l’aumento della produttività in tutta Europa”. Marianne Thyssen, commissaria responsabile per l’occupazione e gli affari sociali, ha aggiunto: “I mutamenti demografici e le nuove tecnologie stanno modificando il mercato del lavoro, mentre la carenza di competenze si accentua in molti Stati membri. È ora di cambiare marcia. Per mantenere il nostro tenore di vita dobbiamo assolutamente investire con la massima priorità nelle competenze, puntando in particolare a migliorarne il livello per le persone poco qualificate”.

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Fonte: Sir